Il “miracolo di maggio” di San Gennaro si è ripetuto. Lo ha annunciato alle 19.04 di sabato sera l'arcivescovo di Napoli, cardinale Crescenzio Sepe. «Un segno di predilezione e benevolenza nel tempo del coronavirus per la nostra Campania e per l'Italia intera», ha detto Sepe in un Duomo insolitamente deserto a causa del rischio contagio che ha imposto lo svolgimento del rito a porte chiuse, spiegando che al momento dell'apertura della cassaforte il sangue del patrono di Napoli era già sciolto. Alla cerimonia era presente anche il sindaco, Luigi de Magistris, presidente della Deputazione di San Gennaro.
Al termine delle celebrazione della Messa, e prima di riporre la teca del sangue nella cassaforte della Cappella, Sepe, ha voluto benedire la città di Napoli dal sagrato della cattedrale. Accanto il presule il sindaco de Magistris.
Era dal 1943 che il “miracolo di maggio” (che cade il primo sabato del mese) del Santo patrono di Napoli non si svolgeva in forma diversa da quella tradizionale, ovvero con una processione dal Duomo alla basilica di Santa Chiara. È quanto ha ricordato, nel corso di un’intervista all'emittente Canale 21, l'abate del Tesoro di San Gennaro, mons. Vincenzo De Gregorio. Tocca all'abate, infatti, annotare tutto quello che avviene nel corso delle funzioni per il miracolo (che avviene tre volte l’anno: il 19 settembre, festa liturgica di San Gennaro, il primo sabato di maggio e a dicembre).
Ieri la funzione si è svolta solo nel Duomo senza la tradizionale processione delle statue dei compatroni di Napoli a causa dell'emergenza coronavirus. E nella cattedrale non c’erano neanche le «parenti dai San Gennaro»: le fedeli che, “vantando” una parentela con il giovane vescovo martirizzato a Pozzuoli, invocano con le preghiere il ripetersi del prodigio. Nel 1943 la processione delle statue si tenne ugualmente lungo le strade del centro storico ma la funzione non si svolse, come la tradizione vuole, nella basilica di Santa Chiara (che era danneggiata dopo i bombardamenti della guerra) ma, come ha ricordato lo stesso mons. De Gregorio, nella vicina chiesa del Gesù nuovo. L'ampolla con il sangue di San Gennaro che solitamente dopo il miracolo vengono esposte ai fedeli e offerte per il bacio dopo la funzione religiosa sono state subito rinchiuse nella cassaforte della Cappella del Tesoro in Duomo.