Il progetto del campus in
Guatemala nasce al
Liceo Scientifico Gobetti Segrè di Torino grazie a un gruppo di studenti di 4° e 5° dei laboratori di “educazione allo sviluppo” di
ProgettoMondo Mlal che, con entusiasmo e determinazione, avevano chiesto di potersi impegnare in un’esperienza di scambio e di solidarietà.
Giuseppe Cocco,
insegnante, volontario e cooperante di ProgettoMondo Mlal, ha perciò proposto un percorso formativo realizzato nel corso dell’anno scolastico e, finalmente l’11 giugno di quest’anno, 13 studenti ed ex studenti hanno preso l’aereo. Questo è il loro racconto attraverso le foto di Valentina.
Così il prof: «Aspettative, sogni, ansie, paure, curiosità, ci hanno accompagnato fin del primo giorno. Poi, ma man mano che il tempo passava, ciascuno ha saputo mettere il meglio di sè a servizio degli altri. Sempre con entusismo e grande disponibilità.
I nostri ragazzi e l’equipe del Centro Educativo Monte Cristo di Chimaltenango ci hanno accolti con amicizia, mettendoci immediatamente a nostro agio».
«Così, presto,
ciascun studente si è inserito nelle differenti aree del Centro impegnandosi nelle varie attività previste con i ragazzi del Centro», continua. «Tutti, comunque, hanno fatto l’esperienza delle cucine, iniziando la loro giornata alle 6,00 di mattina e preparando insieme alle cuoche la colazione e il pranzo per la mensa dei bambini della scuola elementare e del Centro; altri, invece, già alle 8,00 erano nella Granja e dar da mangiare a galline, maiali, mucche, pesci, senza sottrarsi alla pulizia degli animali e delle stalle, alla raccolta delle uova e dei limoni e alla semina dei cipressi per riforestare alcune aree a rischio di frana. Gabriele e Ludovico si sono impegnati in falegnameria a lavorare con i ragazzi per fare mobili, specchi o altri oggetti da mettere in vendita a Chiamaltenango per l’autosostenibilità delle attività del Centro. Paola, Daniele e Valentina, sostituendo o affiancando la professoressa di inglese, si sono dati da fare per rendere la lezione più allegra e divertente. Sofia, Carlotta, Martina hanno invece seminato le piante aromatiche e sistemato il piccolo vivaio creato per la riforestazione e l’alimentazione dei bambini. Anita, Yara, Giorgia, Chiara e Alice, infine, si sono impegnate ad aggiornare le schede del Programma di sostegno a distanza e a fare le foto dei bambini per le famiglie che, dall’Italia, sostengono mensilmente le attività del Centro».
«Tra le altre occasioni di scambio e formazione», spiega il prof. Cocco, «
abbiamo potuto fare una preziosa esperienza negli incontri con le promotrici di salute, nelle due giornate pediatriche programmate nelle scuole di due villaggi, durante le visite alla famiglie, entrando nelle case dei bambini sostenuti dal
Progetto “Edad de Oro Montecristo”, e partecipando al concorso di disegno con i bambini della scuola di Mancheren, poi terminato con la premiazione di tutti i bambini, una grande merenda e una caotica partita di calcio».
«
Utili per tutti noi visitatori anche il laboratorio di pasta di sale per i bimbi della scuola primaria, le visite alle scuole, le sfide di calcio, basket, le canzoni e tutti gli altri momenti informali con le persone che
ci hanno accolto e con cui abbiamo condiviso questa meravigliosa esperienza. Indimenticabile, infine, la pizza dell’ultimo giorno, preparata per 160 ragazzi sulle note delle nostre canzoni che più potessero raccontare loro della nostra Italia».
«Accanto a tutto questo lavoro sociale non sono mancati nemmeno i momenti dedicati alle bellezze naturali e culturali del Paese, come la visita al lago di Atitlan, con i 3 villaggi raggiunti in barca e un rientro rocambolesco sotto una tempesta, alla
città di Chichicastenango, con il suo mercato, i suoi colori e profumi indimenticabili,
i riti maya e il sincretismo religioso che, dalla conquista spagnola, caratterizzano la religiosità popolare del Paese. E poi, ancora, la magia del Rio Dulce, le rovine maya di Copan e del Tikal -luogo speciale e unico, cuore della cultura maya antica. I lunghi viaggi in pulmino osservando le bellezza naturali, ma anche cantando e giocando insieme, o
le nottate ascoltando i racconti di Fredy sul periodo della violenza e della repressione, che ancora sono vive nella mente e nel cuore della gente, sono state per noi un’occasione davvero unica».
«Torniamo quindi a casa arricchiti, coscienti di aver imparato tantissimo da questa breve, ma significativa esperienza, con la voglia di tornare e di lasciarci trasformare dai volti e dalle persone che abbiamo incontrato. Per me, educatore e volontario, un’esperienza nuova, diversa da tutte la altre, ricordando il tempo in cui, molto più giovane, lavorando per ProgettoMondo accoglievo gruppi di visitatori in Nicaragua e Argentina.
Un’esperienza ricca che accresce anche ProgettoMondo Mlal nelle sue sfide di oggi, consapevole com’è che, anche nel lavoro della cooperazione e dello sviluppo, occorra partire dai giovani, dai ragazzi, proprio perché più capaci di accogliere con semplicità ed entusismo le sfide che il mondo di oggi ci pone di fronte».
«
Costruire ponti», conclude Cocco, «
come diceva il nostro ex presidente ProgettoMondo Mlal, il sociologo Enzo Melegari, rimane il nostro obiettivo principale e, dunque, anche nel “piccolo” di questo Campus, abbiamo messo un mattoncino in più
per costruire amicizia e solidarietà tra popoli e realtà quotidiane».