Senza dimora ma con una macchina fotografica in mano
30/05/2019Alle Gallerie d'Italia di Milano la mostra 13 Storie dalla Strada. Fotografi senza fissa dimora fino al 1° settembre
Si chiamano homeless, vivono per strada, in apparenza senza una prospettiva futuro. Ma anche per loro c ‘è una possibilità di riscatto. Che può arrivare anche impugnando una macchina fotografica. Alle Gallerie d’Italia - Piazza Scala di Milano si può visitare la mostra fotografica 13 Storie dalla Strada. Fotografi senza fissa dimora, un viaggio lungo un anno nell’universo sociale e urbano della Fondazione Cariplo condotto da 13 fotografi senza fissa dimora.
L’esposizione, curata da Dalia Gallico e aperta al pubblico fino al 1° settembre, nasce dalla collaborazione con Ri-scatti Onlus che dal 2015 porta avanti progetti di integrazione sociale attraverso la fotografia. Con il supporto di Fondazione Cariplo, i workshop di fotografia per persone senza fissa dimora, uomini e donne, italiani e stranieri, selezionati con l’aiuto dell’Assessorato alle Politiche Sociali del Comune di Milano e seguiti dai fotoreporter di Witness Journal, sono diventati un appuntamento fisso. Tra di loro c’era chi teneva in mano la macchina fotografica per la prima volta e chi, dopo tanto tempo, ritornava a usarla, ne ritrovava i segreti e la potenza espressiva.
Riscatto è una parola importante per Fondazione Cariplo. In 28 anni la Fondazione ha realizzato migliaia di iniziative attraverso cui le persone hanno trovato il proprio riscatto. Persone abituate a essere definite per difetto: “senza”, senza un impiego, senza una casa, senza un futuro, a cui la Fondazione ha cercato di restituire un’identità con progetti di inserimento lavorativo, di housing sociale, di welfare di comunità. Riscatto è ritrovare il lavoro, possedere finalmente o nuovamente le chiavi di una casa, ricostruire legami perduti. Da questo incontro è nata una nuova consapevolezza: che il riscatto può passare anche attraverso la riscoperta della dignità del proprio sguardo: «La fotografia ha cambiato il mio atteggiamento, la percezione del mondo. La necessità di trovare soggetti belli da fotografare mi ha costretto a cercare il bello nelle cose. Non ero più passivo nella vita, ero diventato un cercatore di bellezza».
Il passo successivo è stato chiedere ai fotografi che avevano partecipato ai workshop di documentare la realtà di Fondazione Cariplo, un patrimonio di persone e di progetti in continua evoluzione, di affidare a loro il racconto della propria identità. Il risultato è oggi negli spazi prestigiosi del polo museale e culturale che Intesa Sanpaolo ha messo a disposizione. In mostra ci sono 52 immagini inedite scelte tra i 9800 scatti che i 13 autori hanno realizzato nel corso di un anno, fotografando 13 progetti scelti fra i 1500 che Fondazione Cariplo porta avanti ogni anno: la comunità allegra di un orto urbano, il volo di un acrobata,
In collaborazione con
un appartamento dove vivono ragazzi disabili, il volto di una scienziata.
Qualcuno dei fotografi senza fissa dimora è arrivato fino alla fine di questo anno, qualcuno si è perso per strada, lasciandoci solo le sue immagini: è stato un percorso emozionante che ha incrociato fragilità e speranze, paure e orizzonti.
Una prospettiva che ha unito l’atto del raccontare a quello del raccontarsi: oltre alle immagini saranno proiettate nella mostra le videointerviste ai fotografi. Una testimonianza che illumina le vite di persone che ogni giorno attraversano l’anima periferica, fragile, marginale di Milano. Scopriremo chi sono, dove trascorrono la giornata, dove mangiano, come si lavano, chi hanno perso per strada, quali luoghi chiamano casa, che cosa desiderano e che cosa hanno ritrovato osservando il mondo con la macchina fotografica. Un viaggio lungo un anno che li ha portati dalla periferia al cuore della città.