Siria, vita quotidiana ad Aleppo...
Aleppo è anche questo.
Una città che vive nell'oblio del suo stesso presente. Ma è
soltanto un'illusione, una sorta di delirio collettivo. Perché poi
basta girare l'angolo e trovarsi circondati da bambini di strada, gli
occhi stanchi e le mani nere allungate per chiedere un boccone di
pane.
Basta girare l'angolo e vedere le ruspe tra le macerie di due palazzi di otto piani crollati sotto un missile sganciato dall'aviazione del regime lo scorso 16 agosto 2013. Il bersaglio era la scuola di là dalla strada, al cui interno ha sede una brigata dell'opposizione. Ma il pilota ha sbagliato la mira. E i due vecchi palazzi sono collassati su se stessi.
Per tirare fuori i cadaveri dalle macerie, le ruspe hanno lavorato venti giorni. Alla fine il conto è arrivato a duecento vittime, in gran parte donne e bambini. Quelli del palazzo a fianco, anziché fare le valigie, hanno preso cazzuola e cemento e si sono messi al lavoro per chiudere le voragini causate dall'esplosione.
Come se fosse tutto normale, come se la vita alla fine fosse più forte di tutto.
Basta girare l'angolo e vedere le ruspe tra le macerie di due palazzi di otto piani crollati sotto un missile sganciato dall'aviazione del regime lo scorso 16 agosto 2013. Il bersaglio era la scuola di là dalla strada, al cui interno ha sede una brigata dell'opposizione. Ma il pilota ha sbagliato la mira. E i due vecchi palazzi sono collassati su se stessi.
Per tirare fuori i cadaveri dalle macerie, le ruspe hanno lavorato venti giorni. Alla fine il conto è arrivato a duecento vittime, in gran parte donne e bambini. Quelli del palazzo a fianco, anziché fare le valigie, hanno preso cazzuola e cemento e si sono messi al lavoro per chiudere le voragini causate dall'esplosione.
Come se fosse tutto normale, come se la vita alla fine fosse più forte di tutto.
