Alla stazione centrale di Leopoli l'esodo degli ucraini in fuga
17/03/2022La gente riceve aiuti umanitari, cibo caldo, un po' di ristoro, in attesa di passare il confine con la Polonia, fermarsi lì o proseguire il viaggio verso qualche altro Paese europeo. Gli scatti di don Mariusz Krawiec, sacerdote e giornalista paolino, polacco, che risiede da anni nella città e si è attivato per prestare aiuto a chi scappa
«Queste foto le ho scattate ieri mengre aspettavo il treno che portava a Leopoli due donne, una mamma e una figlia, in viaggio da Kramatorsk, nella provincia di Donetsk, al confine con la Russia», racconta don Mariusz Krawiec. «Sono arrivate dopo un viaggio di due giorni devastante attraverso tutta l'Ucraina, con la paura delle bombe. Erano una mamma, sui sessant'anni, e sua figlia, di meno di trent'anni, incinta all'ottavo mese. Suo marito è militare al fronte. Loro parlavano soltanto russo, ma si sentivano ucraine. E volevano raggiungere Varsavia, dove hanno degli amici. Io ho offerto loro di fermarsi a dormire e riposarsi nella nostra residenza paolina. Ma loro non hanno voluto, erano così terrorizzate dai bombardamenti, si sentivano così insicure che non hanno voluto fermarsi nemmeno per un po'. La ragazza vuole partorire in un ospedale, non in un bunker». Don Mariusz ha preso la macchina e le ha accompagnate alla frontiera, dove sono arrivati dopo un tragitto di due ore. «Lì c'era una coda di almeno 6-7 ore. Ma i militari hanno visto lo stato di gravidanza avanzata della ragazza e le hanno fatte passare prima. So che ora sono già a Varsavia, sane e salve».