Unicef, acqua pulita per un milione di ragazzi afghani
20/11/2013L’acqua non è cosa scontata, in Afghanistan. E non averne di potabile porta malattie e spesso anche la morte. Un intervento dell’Unicef ha permesso di realizzre sistemi idrici e igienici in 1.300 scuole. In occasione della Giornata mondiale per l’Infanzia l’agenzia Onu presenta i risultati del progetto.
Quando entri nella scuola femminile Tajrabavi di Herat, i tuoi occhi sono attratti dai tubi scintillanti di colore verde che portano al nuovo lavandino, e dagli spruzzi d’acqua che gocciolano mentre le bambine si lavano mani e faccia sorseggiando acqua pulita. Scene scontate in una scuola? Non in Afghanistan, dove meno della metà di tutti gli edifici scolastici dispone di servizi idrici e igienici di base.
«La nostra scuola è una delle migliori in tutto l’Afghanistan», dice Samira, una studentessa, «noi abbiamo buone attrezzature, una biblioteca e studiamo in un ambiente sano. Siamo fortunate perché abbiamo delle bravi insegnanti: ci spiegano perché è importante curare l’igiene personale».
Samira e le sue compagne di classe si possono mettere in fila per bere e lavarsi le mani nei sei rubinetti della scuola, grazie a un programma dell’Unicef che ha aiutato oltre 1 milione di studenti afghani, costruendo sistemi idrici e gabinetti per più di 1.300 scuole. Sono state realizzate toilette separate per maschi e femmine e sistemi igienici di smaltimento, un miglioramento che in tutto il mondo si è dimostrato determinante per consentire alle ragazze di frequentare la scuola.
In una delle classi della scuola di Samira, Asfana Sayeedi, una giovane insegnante, spiega agli studenti quando lavarsi le mani e altre norme igieniche: «L’anno scorso, mi sono ammalata bevendo acqua sporca. Bisogna bere quella potabile, altrimenti si rischia di star male».
«Insegniamo molte cose sull’igiene personale», aggiunge, «per esempio di non mangiare frutta non lavata. Anche alla mia famiglia, ora posso dare consigli su questi temi». Infatti, sempre grazie al programma dell’Agenzia delle Nazioni Unite, a casa di Asfana è arrivato il sapone e l’acqua pulita.
Da tempo, l’Unicef sta lavorando con il governo per risolvere i problemi legati all’igiene nelle scuole: «Se in una scuola mancano i servizi igienico-sanitari, gli studenti si ammaleranno e non potranno frequentare le lezioni», sottolinea Moayed, Direttore del Dipartimento della Salute per l’Istruzione a Herat. «Strutture adeguate per lavarsi hanno contribuito a creare un ambiente migliore per l’apprendimento. Gli studenti adesso frequentano la scuola con regolarità, e il numero di quelli che si ammalano è diminuito».
In questo campo, in Afghanistan sono stati fatti molti progressi, ma resta ancora molta strada da fare. Secondo la Multiple Indicator Cluster Survey 2010-2011, il 43% della popolazione non ha accesso all’acqua potabile e il 71,5% non può utilizzare servizi igienici adeguati.
I più colpiti sono spesso i bambini: malattie diarroiche, unite a scarsa pulizia delle mani e a poche pratiche igieniche, possono portare alla morte. Patologie che si aggiungono alle tristi eredità di decenni di guerre. Il 1° novembre, quattro bambini sono morti e un altro è rimasto gravemente ferito a causa dell'esplosione di un proiettile di mortaio a Maidan Wardak, nell'Afghanistan centrale. Appartenevano a una famiglia molto povera e avevano portato a casa il proiettile per giocarci. Anche il 27 ottobre, i minori erano la maggior parte tra le 18 vittime dell’attentato contro il corteo nuziale avvenuto nella provincia afghana di Ghazni, tuttora nelle mani dei talebani.