È stata allagata da 120 cm di acqua la cripta della Basilica di San Marco, a causa dell'acqua alta che ha sconvolto la scorsa notte a Venezia. A dirlo il primo procuratore di San Marco, Carlo Alberto Tesserin. «È la prima volta - ha proseguito Tesserin - che succede dopo la grande marea del 1966, ed è stata un'amara sorpresa. Questa volta, l'acqua non è arrivata dal pavimento ma è entrata dalle finestre. Ci sono stati danni alle tombe dei patriarchi». «Fortunatamente - ha proseguito Tesserin - in aggiunta a quelle esistenti abbiamo portato altre pompe, per cui in meno di 24 ore l'abbiamo messa all'asciutto. Però i danni rimangono, perchè in queste 20 ore circa la capacità di assorbimento dei pavimenti e delle pareti è drammatica. La verificheremo nei tempi, speriamo non sia così come temiamo».
Preoccupato anche il patriarca di Venezia, monsignor Francesco Moraglia, il quale, riferendosi ai danni alla Basilica, ha sottolineato: «possiamo fare manutenzione ordinaria, ma non straordinaria , strutturale». I danni riguardano, in particolare, i mosaici antichi lesionati dall'acqua del mare. «C'è un sistema di difesa della città che non entra mai in atto», l’accusa del Patriarca. «C'è il passaggio delle navi, si toccano tanti interessi. Forse questo mio discorso può dispiacere a qualcuno e io mi dispaccio di non essere simpatico se dico questo, ma lo dico semplicemente pensando alla città come veneziano, come persona che ama questa città».
Sui danni, tutti ancora da quantificare, a San Marco è intervenuto anche il segretario generale Mibact Salvo Nastasi che ricorda di aver attivato l'unità di crisi: «Impossibile al momento quantificare i danni al patrimonio artistico di Venezia e in particolare a San Marco, ma la situazione è estremamente complessa e preoccupante», ha detto, «il Ministro Franceschini segue da ieri la situazione passo passo, i soprintendenti sono al lavoro e hanno messo a disposizione tutti i loro restauratori. In attesa delle valutazione stiamo verificando tutti i capitoli di spesa del Mibact per fare il punto sui fondi da destinare al patrimonio artistico veneziano». L’attuale procuratore di San Marco Pierpaolo Campostrini ha detto: «Siamo stati a un soffio dall'Apocalisse, a un pelo dal disastro. Superato il metro e 65 cm - ha aggiunto - l'acqua è entrata nella basilica, ha allagato il pavimento e rompendo le finestre è entrata nella cripta, allagandola. La cosa è pericolosa non tanto per le cose in essa contenute, ma perché l'acqua avrebbe potuto dare problemi statici alle colonne, che reggono la basilica».