L'esodo inarrestabile: la lenta morte del Venezuela
23/07/2018L'emergenza umanitaria non si arresta. Gli abitanti continuano a lasciare le loro case e ad emigrare verso la Colombia, il Brasile e gli altri Stati dell'America latina. La Conferenza episcopale parla di un "Paese in diaspora" (foto Reuters).
Il Venezuela si sta consumando in una tragedia senza fine. L'allarme è stato lanciato, ancora una volta, dai vescovi del Paese nell'esortazione pastorale diffusa al termine dell'Assemblea generale della Conferenza episcopale venezuelana (Cev) a Caracas, nel quale il Governo nazionale viene additato come «principale responsabile della crisi». Cibo, farmaci, beni di prima necessità continuano a mancare. Aumentano i casi di manutrizione dei bambini. Nell'esortazione i vescovi denunciano il fatto che, ai già gravi problemi relativi ad alimentazione, salute, servizi pubblici, si siano aggiunti «quelli della circolazione e della vendita del denaro e del trasporto pubblico. In quest’ultimo caso, con la graduale scomparsa del parco dei veicoli, l’improvvisazione dei mezzi di trasporto senza controllo né sicurezza». Come mostrano le foto Reuters, i mezzi pubblici non funzionano più a causa della mancanza di carburante e i pendolari per andare al lavoro vengono caricati, spesso stipati, in condizioni di precarietà, sui camion e carri per il trasporto di merci. Il presidente Nicolas Maduro - ritratto insieme all'ex presidente cubano Raúl Castro al Sao Paulo Forum che si è tenuto dal 15 al 17 luglio all'Avana, Cuba - è stato riconfermato al potere lo scorso maggio in una tornata elettorale in cui appena il 46% dei 20 milioni di cittadini aventi diritto al voto è andata alle urne. Le immagini mostrano anche il completo stato di abbandono e di desolazione al quale è ridotto il Giardino botanico della capitale Caracas, un tempo importante riserva faunistica e una delle principali attrazioni della città.