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domenica 25 maggio 2025
 

GUARDIAMO NEGLI OCCHI IL MISTERO

Tre sguardi ci attraggono, un Bambino, una Mamma e un Papà.
Sono i protagonisti "speciali" dell'icona che regaliamo ai lettori e di cui vi raccontiamo ogni particolare. Con intervista all'iconografo che l'ha realizzata.

L'emblema ufficiale dell'Incontro Mondiale delle Famiglie per te con Famiglia Cristiana n. 23, dal 31 maggio in edicola e in parrocchia

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La famiglia umana nella luce dell’icona diventa una “piccola trinità”

L’icona della Santa Famiglia di Nazaret è formata da un mosaico particolare di pietre di varie specie tagliate in dimensioni differenti secondo una tecnica personale che l’autore, padre Marko Ivan Rupnik, ha sviluppato in opere di grandi dimensione come la decorazione musiva del santuario della Madonna Fatima in Portogallo, nel santuario di padre Pio a san Giovanni Rotondo, nella cappella Redemptoris Mater in Vaticano. L’arte delle icone a cui si dedica padre Marko insieme con i suoi collaboratori, gli iconografi del centro ecumenico Aletti a Roma, è un’arte teologica al servizio della liturgia e della fede. L’arte delle icone è una forma espressiva particolare che dipende dalla teologia. Attraverso le forme e i colori, ma soprattutto la luce, nell’icona si rende presente nel tempo e nello spazio il mistero di Dio e dei suoi santi. L’icona fa parte dei cosiddetti sacramentali così come l’acqua, l’olio, la croce, il vangelo.

Contemplando questa icona dedicata alla famiglia di Nazaret ci prepariamo ad accogliere papa Benedetto XVI nell’incontro mondiale delle famiglie. Nell’icona la luce è protagonista  e si diffonde  all’interno dell’ogiva in cui sono presenti due realtà, una orizzontale e l’altra verticale: la famiglia umana con Giuseppe e Maria, la famiglia divina con la mano del Padre e la fiamma dello Spirito Santo. Punto focale di incrocio di questi due movimenti è l’immagine di Gesù. Nella famiglia di Nazaret il verbo di Dio che procede dalla mano del Padre si incarna in Maria. e accanto a lei Giuseppe. Questa coppia santa è investita dall’alto dalla potenza dello Spirito Santo. E’ infatti attraverso la Sua luce che si rivela la verità e l’amore di Dio secondo quanto scrive san Giovanni nel capitolo primo del suo vangelo: la luce è venuta nel mondo… le tenebre non l’hanno accolta…  a chi l’ha accolta ha dato il potere di diventare figli di Dio. Così la famiglia si rivela, alla luce della fede, il luogo in cui si promuove la persona umana, ogni persona, ogni figlio che viene in questo mondo.  Immersi nella luce divina queste tre persone, Giuseppe Maria e Gesù formano davvero una piccola “trinità umana” che in Cristo Figli di Dio incrocia e interseca il mistero stesso della Santa Trinità.


Per approfondire


Conosciamo l'autore che ha realizzato l'icona

Intervista a Marko Ivan Rupnik

La presentazione dell'Icona
a Papa Benedetto XVI

Ecco l'icona ufficiale di Family 2012

L’arte e la teologia, la poesia liturgica e la meditazione silenziosa si rivelano all’origine di un’immagine che vuole essere risposta al bisogno di luce nei rapporti familiari.
La nuova icona accompagnerà la diocesi di Milano nella preparazione del VII Incontro mondiale delle famiglie. Famiglia Cristiana ne offrirà la riproduzione in miniatura.
   
 

Efrem il Siro, cantore della Sacra Famiglia

Dietro l'icona di padre Marko Ivan Rupnik la lettura continuata e approfondita di un Padre della Chiesa orientale vissuto nel IV secolo in Siria

“Come all’inizio Eva nacque da Adamo senza unione carnale, così è di Giuseppe e Maria, la vergine sua sposa. Eva mise al mondo l’omicida Caino, Maria il Vivificatore. Quella partorì colui che versò il sangue di suo fratello, questa colui il cui sangue fu versato dai suoi fratelli. Quella mise al mondo colui che fuggiva tremante (cf Gen 4,12) a causa della maledizione della terra, questa colui che si addossò la maledizione e la inchiodò sulla croce (cf Col 2,14).
La concezione della Vergine ci insegna che chi, senza unione carnale, generò Adamo dalla terra vergine ha pure formato senza unione carnale il secondo Adamo nel seno della Vergine. Il primo Adamo è ritornato nel seno di sua madre [la terra]; invece, per opera del secondo Adamo, che non è ritornato nel seno della terra, colui che era stato sepolto nel seno di sua madre ne fu tirato fuori” (Efrem il Siro, Commento al Diatessaron II, 2).

“Come ti chiamerò, o estraneo a noi
divenuto uno di noi? Ti chiamerò forse figlio,
ti chiamerò fratello, ti chiamerò sposo,
ti chiamerò Signore, tu che hai partorito tua madre
in un altro parto dalle acque?” (Efrem il Siro, Inni sulla Natività 16,9).

“Il Figlio dell’Altissimo venne e dimorò in me,
ed io divenni sua madre. Come io ho dato nascita a Lui
– la sua seconda nascita – così anch’Egli dette nascita a me
una seconda volta. Egli indossò la veste di sua madre
– il suo corpo; io indossai la sua gloria”
(Efrem il Siro, Inni sulla Natività 16,11).

“Il Verbo del Padre venne dal suo grembo
e rivestì il corpo in un altro grembo.
Da grembo a grembo egli procedette
E i grembi casti furono ripieni di lui.
Benedetto Colui che prese dimora in noi!”
(Efrem il Siro, Inni sulla Risurrezione 1,7).


“La mia bocca non sa come chiamarti
o Figlio del Vivente. Se ardisco chiamarti
figlio di Giuseppe tremo,
perché tu non sei seme suo. Ma di negare il suo nome
ho paura, perché è a lui che sono stata data in sposa.
Sebbene tu sia Figlio dell’Uno, ti chiamerò

figlio di molti perché non sono sufficienti per te
miriadi di nomi: tu sei Figlio di Dio
ma anche figlio dell’uomo, e figlio di Giuseppe,
figlio di David e figlio di Maria.
Chi ha reso colui che non ha lingua

il Signore delle lingue? A causa del tuo concepimento puro
mi calunniano i malvagi. Sii tu, o santo,
il difensore di tua madre. Mostra prodigi
che li persuadano sull’origine del tuo concepimento.
A causa tua mi odiano tutti,
o tu che tutti ami. Eccomi perseguitata
per aver concepito e partorito l’unico rifugio
degli uomini. Si rallegri Adamo
perché tu sei la chiave del paradiso.
Ecco che freme il mare contro tua madre,
come contro Giona. Ecco che Erode,
come un flutto furioso, vuole affogare
il Signore dei mari. Dove devo fuggire?
Insegnamelo tu, o maestro della madre tua.
Fuggirò con te per ottenere la vita,
per mezzo tuo, in ogni luogo.
Con te la fossa non è più una fossa,
perché in te si sale
al cielo. Con te il sepolcro
non è più un sepolcro, perché tu sei anche
la risurrezione”
(Efrem il Siro, Inni sulla natività 6,1-6).