Liturgia del giorno:
At 19, 1-8; Sal.67; Gv 16, 29-33.
Era il 13 maggio 1917 quando tre pastorelli portoghesi, Lucia don Santos, Francesco e Giacinta Marto, mentre giocavano alla Cova da Iria, presso il villaggio di Fatima, videro una signora tutta vestita di bianco, più splendente del sole, dal volto indescrivibilmente bello e con le mani giunte, da una delle quali pendeva un Rosario. Ella disse ai fanciulli di tornare in quel luogo ogni 13 del mese, promettendo di portarli in cielo; inoltre chiese loro di offrirsi in riparazione delle offese fatte a Dio e per la conversione dei peccatori. I tre bambini accettarono. Nella terza apparizione, il 13 luglio, la Madonna li esortò a continuare a recitare il Rosario per ottenere la fine della guerra e affidò loro un segreto che constava di tre parti: la prima era la visione dell'inferno, la seconda si riferiva alla devozione al Cuore Immacolato di Maria, la terza riguardava la visione della donna inondata di sole che neutralizza le forze del male e la persecuzione della Chiesa da parte dei governi atei. "I buoni saranno martirizzati" disse la Vergine "il Santo Padre avrà molto da soffrire, varie nazioni saranno distrutte. Finalmente il mio Cuore Immacolato trionferà. Il Santo Padre mi consacrerà la Russia, che si convertirà, e sarà concesso al mondo un perido di pace". Il 13 ottobre, giorno dell'ultima apparizione, le circa sessantamila persone presenti videro il sole girare velocemente, come una gigantesca ruota di fuoco, e precipitare zigzagando sulla folla terrorizzata. Il tutto durò circa dieci minuti, poi il globo tornò al punto da cui era precipitato. Tale prodigio fu osservato da molti testimoni distanti fino a una quarantina di chilometri. Maria rinnovò l'invito alla penitenza e alla preghiera, raccomandando la devozione e consacrazione al suo Cuore Immacolato. Il 13 maggio 1981, il turco Alì Agca sparò a Giovanni Paolo II ma il proiettile fu deviato e il Papa, dieci anni dopo, si recherà a Fatima, facendo incastonare quel proiettile nella corona della Vergine. Francesco e Giacinta Marto, deceduti rispettivamente nel 1919 e nel 1920, sono stati beatificati il 13 maggio del 2000 e canonizzati il 13 maggio 2017.