Liturgia del giorno:
Gen 22,1-19; Sal 114 (115); Mt 9,1-8
Ester, la protagonista del libro della Bibbia a lei intitolato, è una giovane giudea che viveva con lo zio Mardocheo alla corte del re persiano Assuero (storicamente Serse I, che regnò dal 485 al 465 avanti Cristo). Rimasta orfana di entrambi i genitori, era stata adottata da Mardocheo che l’aveva cresciuta con l’amore di un padre. Diventata regina, avvertì il sovrano di una congiura ordita contro di lui dal potentissimo primo ministro Aman e da due eunuchi, che furono poi tutti e tre impiccati. Ma non fu un’impresa facile perché Mardocheo, che aveva scoperto la congiura, era malvisto da Aman, il quale ottenne dal re lo sterminio dei Giudei, accusati di ogni malvagità. Ester a questo punto fu esortata dallo zio a presentarsi al re e a intercedere a favore dei suoi connazionali e lei, sebbene fosse proibito sotto pena di morte di accedere al sovrano senza essere chiamati, dopo aver pregato e digiunato per tre giorni, invitò Assuero a partecipare ad un sontuoso banchetto. L’invito fu accettato e, al termine del pranzo, Ester svelò al sovrano le malvagità di Aman, salvando così dallo sterminio il suo popolo. Mardocheo, a ricordo della lieta conclusione della vicenda, istituì la festa del Purîm, plurale della parola Pur che significa “sorte”: infatti Aman aveva estratto a sorte la data prevista per il massacro degli ebrei. Questa celebrazione è considerata una specie di carnevale ebraico: i bambini si mascherano e fanno baccano con tamburi di latta, gli adulti bevono vino e si scambiano doni, mentre è consuetudine fare la carità ad almeno due poveri, affinché tutti partecipino alla gioia per lo scampato pericolo. Il nome di Ester regina compare in alcuni martirologi della Chiesa latina con la data odierna ed è ricordato nel Sinassario della Chiesa greca e dalla Chiesa copta. La figura dell’eroina ha ispirato moltissimi pittori, tra i quali gli italiani Filippino Lippi, Andrea Del Castagno, Botticelli, Michelangelo,Tintoretto e Veronese.