Sir 27,5-8; Sal. 91; 1Cor 15,54-58; Lc 6,39-45
Figlia del re di Boemia Otakar I e della regina Costanza, Agnese nacque a Praga nel 1211. Sin dall’infanzia fu oggetto di svariati progetti matrimoniali indipendentemente dalla sua volontà, come si usava allora per ragioni politiche e convenienze dinastiche. Nel 1220 era stata promessa come sposa a Enrico VII figlio di Federico II Barbarossa, ma rescisso il patto di fidanzamento, nel 1225 lasciò Vienna e tornò a Praga per consacrarsi a Dio e dedicarsi a opere caritative. Il suo voto di castità fu riconosciuto da papa Gregorio IX, e da allora la principessa riacquistò la sua libertà. Poiché in quel periodo erano giunti in Boemia quali predicatori i Frati Minori, Agnese venne a conoscenza della vita spirituale che conduceva ad Assisi santa Chiara e, affascinata da questo modello, decise di farlo proprio: usufruendo dei suoi beni fondò, tra il 1232 e il 1233 a Praga l’ospedale di San Francesco e un monastero, intitolato sempre al Poverello di Assisi, per le “Sorelle Povere e Damianite”, dove poi entrò lei stessa l’11 giugno 1234 nel giorno di Pentecoste dopo aver distribuito i suoi beni ai poveri. Professò i voti solenni e si impegnò a praticarli in maniera esemplare con la carica di badessa, che dovette conservare fino alla morte. Insieme a santa Chiara, con la quale era in costante rapporto epistolare, si adoperò per ottenere l’approvazione di una nuova Regola che poi ricevette e professò con estrema fedeltà. Gli ultimi anni della sua vita furono caratterizzati da grandi sofferenze per vari conflitti che coinvolsero anche la famiglia reale, nonché per calamità naturali che si abbatterono sulla regione causando una grave carestia. Morì santamente nel suo monastero il 2 marzo 1282. A causa dei molti miracoli attribuiti alla sua intercessione, le fu tributato un forte culto popolare, che però ebbe il riconoscimento papale solo nel 1874 ad opera di Pio IX, mentre Giovanni Paolo II canonizzò Agnese il 12 novembre 1989 nella Basilica vaticana.





