Liturgia del giorno:
Os 14, 2-10; Sal.80; Mc 12, 28-34.
Nato in Inghilterra intorno al 1060, dopo un periodo trascorso nell’abbazia benedettina di Sherborne dove fece la professione, in seguito alla conquista normanna abbandonò la vita religiosa recandosi in Scozia e da lì a Parigi per dedicarsi agli studi. Tornando da un pellegrinaggio a Roma, si fermò nell’abbazia di Molesme, in Francia, da poco fondata dall’abate S. Roberto, per vivere in povertà. Col tempo l’abbazia, diventata ricca e potente, dimenticò lo spirito dei primi tempi e Roberto, con alcuni monaci intenzionati a seguire fedelmente la regola, si spostò a Cîteaux, presso Digione, ma tornò poi a Molesme su invito del Papa. Il nuovo monastero ebbe come abate Alberico e, alla sua morte, Stefano che, superando grandi difficoltà, terminò i lavori di costruzione del complesso e si dedicò alla riforma dei libri liturgici. Ma, sebbene lo stile di vita dei monaci destasse ammirazione, nessuno si univa a loro, e proprio quando pareva che il monastero dovesse chiudere per mancanza di discepoli, ecco arrivare S. Bernardo per prendere l’abito con 30 compagni tra cui i suoi cinque fratelli, uno zio e vari cugini da lui convertiti. A loro si aggiunsero altri candidati in così gran numero che Stefano nel 1113 dovette fondare la filiale di La Ferté, e poi quelle di Pontigny, Clairvaux (Chiaravalle con abate S.Bernardo) e Morimond. Egli decise poi di unire questi monasteri in un ordine, per il quale redasse la cosiddetta Carta della Carità. Nacquero così i Cistercensi (Cistercium è il nome latino di Cîteaux), monaci decisi ad osservare la regola di San Benedetto nella sua purezza, vivendo soltanto del proprio lavoro. La Carta fu approvata da papa Callisto II nel 1119 e le fondazioni si moltiplicarono in Francia, Italia, Renania, Inghilterra e Spagna superando la settantina. Nel 1125 Stefano contribuì anche alla fondazione del primo monastero di monache cistercensi. Dopo un governo di 24 anni, si dimise da abate nel 1133 e morì il 28 marzo 1134.