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«In verità vi dico: difficilmente un ricco entrerà nel regno dei cieli. Ve lo ripeto: è più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno dei cieli».
Troppe volte abbiamo letto questo versetto del Vangelo pensando che Gesù in una qualche maniera colpevolizzi la ricchezza e il benessere. Ciò da cui Gesù mette in guardia non è il benessere della gente che in alcuni non rari casi è anche il frutto di un serio e onesto impegno delle persone, ma bensì l’opzione di pensare che la vita dipenda essenzialmente da ciò che si ha. Chi si convince di questo in realtà non è ricco ma succube della propria ricchezza. Se tu sei ciò che hai allora basta toglierti ciò che hai e smetterai anche di essere. Ma se tu sei a prescindere da ciò che hai allora potrà anche capitare che nella vita perderai le cose che hai ma non soccomberai sotto la malasorte perché la tua vita è fondata su altro. Questa libertà fa la differenza.
La grande domanda è se una persona che ha molto è capace di staccarsi davvero da ciò che ha. Le cronache dei giornali riportano ultimamente storie in tal senso: ricchi ereditieri che rinunciano alle loro fortune perché sproporzionate rispetto alla loro singola vita. Forse questo ci da’ speranza che non solo San Francesco aveva capito questo segreto, ma molti altri che probabilmente ancora non hanno incontrato Gesù Cristo ma sembra che sono sulla strada giusta.
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