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sabato 30 settembre 2023
 

Artiglio del diavolo


Questa radice che cresce spontanea in Africa è antin­ammatoria, analgesica e antireumatica.

Nome botanico
 Harpagophytum procumbens.

Nome comune
Artiglio del diavolo, denominazione dovuta alla presenza di spine uncinate che coprono i suoi frutti, a causa delle quali i piccoli mammiferi, come i roditori, possono rimanere intrappolati fiœno a morire di fame.

Famiglia
Pedaliaceae.

Parti usate
Radici secondarie.

Descrizione
Pianta strisciante e perenne che cresce spontanea nei terreni aridi e sabbiosi dell’Africa e del Madagascar. Ha radici tuberizzate che possono raggiungere la lunghezza di 20 centimetri e numerosi fusti con foglie dentate; i fiori sono di colore rosso-violetto e i frutti sono capsule munite di spine lunghe più di due centimetri.

Componenti
Il componente attivo principale dell’Artiglio del diavolo è un glicoside che si chiama arpagoside; sono poi presenti altri due glicosidi, il procumbide e l’arpagide, flavonoidi e acidi triterpenici.

A che cosa serve
L’utilizzo principale riguarda i problemi di origine inœammatoria e le a‰ffezioni degenerative del sistema locomotore. Viene tradizionalmente utilizzato nel trattamento di reumatismi cronici, artrite, artrite reumatoide, artrosi cervicale e lombare, coxartrosi, gonartrosi, dolori alla schiena, sciatica, torcicollo e infiœammazioni muscolari in generale. Grazie a queste importanti proprietà antinfiœammatorie e analgesiche può risultare molto utile per ridurre la quantità di cortisonici normalmente impiegati nel trattamento dei reumatismi. L’utilizzo dell’Artiglio del diavolo è controindicato in presenza di ulcere gastriche e duodenali e in caso di gravidanza (perché potrebbe stimolare le contrazioni uterine); inoltre le persone affette da diabete o trattate con medicinali che interferiscono con gli zuccheri nel sangue devono usare l’Artiglio del diavolo sotto supervisione medica.

 Usato anche per digerire
Le popolazioni africane ne conoscono gli eff‰etti e lo utilizzano da secoli, e gli attribuivano anche proprietà digestive e terapeutiche per problemi gastrointestinali; in Europa fu dapprima usato come amaro tonico nei casi di indigestione e, solo successivamente, vennero confermate le sue proprietà antinœfiammatorie e analgesiche. Da usare in tintura madre ed estratti secchi

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