Cattedrale di Bergamo, testimoni di fede sui passi di Alessandro
Cttà Alta a Bergamo è un piccolo gioiello, con alle spalle una lunga e ricca storia. Raggiungibile anche con la funicolare, con i suoi palazzi, le vestigia antiche, le stradicciole e le piazze, è una ambita e conosciuta meta turistica. Nel suo cuore si erge la cattedrale, dedicata a sant’Alessandro, centro della vita religiosa della diocesi orobica.
La cattedrale sorge in piazza Duomo, vicino a piazza Vecchia, dietro al medievale palazzo della Ragione. L’occhio del visitatore non può che restare ammirato dinanzi agli edifici che si affacciano su queste piazze: oltre al palazzo della Ragione, all’imponente torre civica, la chiesa di Santa Maria Maggiore con la contigua cappella Colleoni e il vicino battistero. È il centro cittadino, abitato sin dall’epoca romana, come anche recenti scavi hanno confermato.
ALLE ORIGINI DELLA CRISTIANITÀ
La misurata facciata della cattedrale, in marmo bianco, completata alla fine del XIX secolo, si eleva su una scalinata e accoglie il pellegrino che, varcata la soglia dell’edificio sacro, è accolto dallo splendore degli stucchi e delle decorazioni barocche dell’interno. Fondata nel V secolo e originariamente dedicata a san Vincenzo, la cattedrale fu ricostruita in epoca romanica e rinascimentale. Recenti opere hanno permesso di mettere in luce i ruderi della chiesa paleocristiana, forse eretta sull’area di alcune case romane utilizzate dai primi cristiani. Il progetto per la nuova cattedrale fu affidato alla metà del XV secolo al Filarete, noto architetto fiorentino, ma la costruzione proseguì tra interruzioni e modifiche per quasi due secoli. Nel 1689 fu concesso definitivamente alla chiesa il titolo a sant’Alessandro: questo fatto diede nuovo slancio alla costruzione della cattedrale che fu consacrata nel 1693.
Sull’altare maggiore domina la grande tela raffigurante il martirio del patrono, opera seicentesca. Sant’Alessandro era un soldato della legione tebea, che, a causa del rifiuto di adorare gli dei pagani, fu decapitato nelle campagne di Bergamo nell’anno 303. L’artista lo ha raffigurato sereno, ormai pronto all’incontro con quel Dio per il quale donava la vita. Un esempio di fede vissuta, sempre attuale.
IL RICHIAMO DEL GIUBILEO
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Monumento carico di importanza artistica e storica, la cattedrale di sant’Alessandro è cuore della Chiesa locale che, in quest’anno giubilare, ha voluto rispondere alle sollecitazioni di papa Francesco, rendendo il Giubileo autentica occasione di conversione, come spiega il parroco, don Fabio Zucchelli. «Molta gente che è venuta e viene a visitare i luoghi del Giubileo, sia come singoli che come famiglie, gruppi, parrocchie e vicariati mi sembra lo abbia fatto e lo faccia non superficialmente, ma con devozione e partecipazione sincera e profonda alle preghiere, ai riti, alle celebrazioni, con il desiderio di fare un incontro vero con Gesù Cristo, volto misericordioso del Padre, e di rinnovare la propria vita lasciandosi abbracciare dalla misericordia di Dio e impegnandosi poi a essere misericordiosi con gli altri come Dio Padre lo è con noi».
VERSO LA RICONCILIAZIONE
Impossibile calcolare il numero di coloro che hanno visitato la cattedrale: «Però», aggiunge don Zucchelli, «è un dato di fatto che sono certamente decine di migliaia le persone che hanno finora vissuto un cammino di pellegrinaggio personale oppure comunitario, alcuni anche dopo un cammino fatto a piedi, partecipando alle celebrazioni. Certamente molte persone più di prima si sono accostate e si accostano ogni giorno al sacramento della Riconciliazione, grazie alla presenza quotidiana in cattedrale di alcuni sacerdoti».
Un cammino giubilare che si auspica abbia portato frutti nella quotidianità: «Chi entra nei cuori delle persone è solo il Signore», commenta il parroco, «e solo lo Spirito Santo sa pienamente cosa una persona, una famiglia, una comunità vive dopo questa esperienza di Giubileo. E certamente sono importanti i frutti che questa esperienza porta: frutti di misericordia non solo proclamata e celebrata ma vissuta nel quotidiano, in tutte le situazioni della vita».
UN SEGNO CONCRETO
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Frutti concreti la diocesi di Bergamo ne ha voluti lasciare volgendo l’attenzione a coloro che vivono situazioni di disagio. «Papa Francesco invita i cristiani e le singole Chiese a lasciare un segno concreto dopo questo Giubileo», spiega il parroco, «e la Chiesa di Bergamo ha scelto di ristrutturare una ex caserma in città, in accordo con l’amministrazione comunale, per farla diventare giorno e notte luogo dignitoso di accoglienza e di reinserimento per persone che vivono sulla loro pelle solitudine, abbandono, fragilità». Quest’opera diventa perciò un segno di come questa diocesi vuole vivere la propria missione: «Abbiamo bisogno di porre segni concreti che esprimano “la compassione”, il farsi prossimo della Chiesa per l’uomo che vive nella emarginazione e nella sofferenza: ritengo che questo segno di speranza possa essere davvero significativo insieme ad altre iniziative e opere già esistenti e al tanto bene vissuto da persone, associazioni e comunità. Bene che non fa rumore, ma che sostiene davvero la speranza del mondo».
QUEL CROCIFISSO MIRACOLOSO TANTO CARO AI BERGAMASCHI
La seconda cappella di sinistra della cattedrale è dedicata al Crocifisso. Custodisce dal 1810 il Crocifisso di Rosate. Grande la devozione dei bergamaschi nei confronti di questa croce, a seguito di eventi inspiegabili verificatisi sin dalla sua apparizione, avvenuta tra il 1509 e il 1512, nel monastero di Rosate. Uno dei miracoli più famosi legati alla scultura lignea, e tramandati dalla tradizione, è quello accaduto a una suora, raccolta in preghiera davanti al Crocifisso: la mano sinistra si staccò dalla croce e la abbracciò. Da allora, si decise che la mano non venisse più reinchiodata. Ancora oggi ha un nastro che la tiene fissa al legno.
LA CAPPELLA COLLEONI
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Sulla stessa piazza del Duomo si può visitare uno dei monumenti più interessanti del Rinascimento lombardo: la cappella Colleoni. Si tratta dal mausoleo di Bartolomeo Colleoni (1400-1475), condottiero che fu al servizio della Serenissima Repubblica di Venezia contro i Visconti di Milano. La cappella fu progettata tra il 1472 e il 1476 da Giovanni Antonio Amadeo, lo stesso architetto della Certosa di Pavia, con ricchezza di decorazioni marmoree. All’interno, in un grande monumento scolpito, anch’esso opera dell’Amadeo, sono custodite le spoglie del capitano di ventura. Sopra il sarcofago, Colleoni è rappresentato in una statua equestre in legno dorato dello scultore tedesco Sisto da Norimberga. Le lunette e i pennacchi della cupola sono affrescati dal Tiepolo. Molto interessante anche la visita all’attigua basilica di Santa Maria Maggiore e al battistero medievale della cattedrale, sul lato opposto della piazza. [P.R.]
ORGANIZZARE LA VISITA
La cattedrale si trova in piazza Duomo, presso piazza Vecchia, a Bergamo. Il borgo murato della Città Alta è zona a traffico limitato ma facilmente raggiungibile con i mezzi pubblici dalla stazione Fs (treni da Milano e da Brescia www.trenord.it) e poi con la linea 1 dei bus, oppure la più suggestiva funicolare, raggiungibile
dalla stazione con il bus 3 (www.atb.bergamo.it).
ORARI E CELEBRAZIONI
La cattedrale è aperta dal lunedì al venerdì dalle ore 7.30 alle 12 e dalle ore 15 alle 18.30;
il sabato e i festivi dalle ore 7 alle 18.30.
Messe feriali: 7.30, 8.15, 18.
Festive: 7.30, 9, 10.30, 18.
Info: tel 035/21.02.23 - 035/27.12.08 www.cattedraledibergamo.it.
Il MUSEO
Accanto al duomo si può visitare il Museo della cattedrale con il tesoro del duomo e i rinvenimenti degli scavi archeologici. Biglietto: 5 euro (comprensivo visita Museo Bernareggi). www.fondazionebernareggi.it.