Cattedrale di Palermo. La stretta via della giustizia
Percorrendo verso il mare il primo tratto di corso Vittorio Emanuele si giunge alla cattedrale. Turisti o palermitani, non importa, tutti restano a bocca aperta, ogni volta: si gira l’angolo e lo sguardo viene catturato dalla costruzione imponente e maestosa che ha visto avvicendarsi cartaginesi, romani, bizantini, arabi, normanni, borboni. L’architettura della cattedrale è testimonianza delle civiltà che hanno dato vita alla storia della città di Palermo. Dedicato alla Vergine Assunta, il grande edificio sacro abita il cuore del centro storico e anima la vita di fede delle comunità palermitane. Custodisce le spoglie di Federico II di Svevia, Ruggero II, Costanza d’Altavilla (figlia di Ruggero e madre di Federico, personaggio che compare anche nella Divina commedia), Costanza d’Aragona (moglie di Federico) e di altri reali normanni e, insieme al santuario sul monte Pellegrino, è luogo nel quale si vive la devozione alla patrona della città: santa Rosalia. Lì infatti riposano le spoglie della “Santuzza” e da lì partono e si concludono la processione e il corteo del tradizionale “festino”, tra il 14 e il 15 luglio, seguiti da migliaia di persone.
UNA CHIESA “APERTA”
«La Chiesa si pensa così, come una porta aperta», ha detto lo scorso 13 dicembre monsignor Corrado Lorefice, aprendo la Porta santa in quella stessa cattedrale dove la settimana precedente era stato ordinato nuovo arcivescovo di Palermo. La Porta della misericordia, ha spiegato in quell’occasione, è «una porta di giubilo, di pregustazione di un incontro ultimo definitivo nel segno della pace e della giustizia, della condivisione, dell’inclusione».
NEL NOME DI DON PUGLISI
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Palermo, città purtroppo simbolo della violenza mafiosa, ha visto scorrere molto sangue, anche quello innocente di chi la mafia l’ha combattuta fino a dare la vita. Anche la cattedrale, attraverso l’annuncio quotidiano del Vangelo, è avamposto della lotta alla violenza mafiosa, ma dal 2013 ne diventa simbolo, accogliendo le spoglie di don Pino Puglisi, ucciso in un agguato mafioso il 15 settembre del 1993 e proclamato beato proprio tre anni fa. Così le parole del Giubileo – misericordia, perdono, pace, riconciliazione – si trasformano in un segno fortissimo e concreto di speranza.
Nella sua omelia, durante l’apertura del Giubileo, monsignor Lorefice ha ricordato in che modo Gesù ha vissuto tra gli uomini: «Nel Vangelo, non lo dimentichiamo, Gesù si contamina; lui puro, innocente e giusto diventa “un mangione e un beone, amico dei pubblicani e dei peccatori” (Luca 7,34)». Così come papa Francesco chiede con forza a tutti, anche a Palermo la Chiesa esce dal suo perimetro e si avvia incontro al mondo.
Dall’inizio ufficiale del Giubileo della misericordia a oggi migliaia di pellegrini hanno attraversato la Porta santa: famiglie, consacrati, giovani, ammalati, presbiteri, missionari, tutti uniti nel segno dell’unico Battesimo. Ciascuna delle celebrazioni ufficiali è presieduta dal nuovo vescovo e diventa occasione di conoscenza e di incontro tra le diverse realtà presenti nella diocesi.
Il Giubileo è un segno visibile di quella misericordia di Dio che le esigenze e i drammi del tempo presente richiedono diventi un modo di essere e di vivere quotidiano. Per questo nella cattedrale di Palermo si alternano catechesi, preghiera e carità, attraverso una costante collaborazione con la Caritas diocesana, per la promozione umana in un territorio segnato da gravi difficoltà sociali.
PATRIMONIO DELL’UMANITÀ
Al centro dell’itinerario turistico più importante della città e tappa fondamentale del percorso arabo-normanno dichiarato dall’Unesco nel luglio 2015 Patrimonio mondiale dell’umanità, la comunità della cattedrale celebra il Giubileo con lo sguardo rivolto al mondo. Il giorno 13 maggio, ad esempio, si celebra una Liturgia eucaristica animata da una delegazione in visita dal Giappone.
Le sue pietre sono una testimonianza straordinaria di due millenni di storia e di fede. In quel luogo sorgeva già un luogo di culto cristiano ai tempi dell’Impero romano, ma le più antiche strutture arrivate fino ai giorni nostri, nella cripta, risalgono alla successiva epoca bizantina. Dopo un periodo in cui l’edificio divenne moschea sotto la dominazione araba, al tempo dei normanni si deve l’impianto generale e l’aspetto complessivo dell’esterno che oggi ammiriamo, mentre l’interno è stato rifatto nel Settecento, l’epoca dei Borboni, su progetto di Ferdinando Fuga, insieme alla costruzione della cupola.
Dai tetti della cattedrale, visitabili all’interno dell’itinerario monumentale, la vista su Palermo è mozzafiato: durante l’Anno santo quel panorama è simbolo del desiderio di guardare oltre. Oltre i confini di una religiosità ripiegata su stessa, verso una fede capace di guardare lontano per andare incontro agli uomini.
UNA PORTA SANTA NELLA MISSIONE SPERANZA E CARITÀ
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Sono tre le Porte sante aperte nella diocesi di Palermo oltre a quella della cattedrale: si trovano nel santuario di Altavilla Milicia, in quello di Santa Rosalia sul monte Pellegrino e presso la Missione speranza e carità. Quest’ultimo è un centro di accoglienza per persone disagiate fondato da Biagio Conte, il laico dal saio verde che i lettori potranno conoscere meglio con il film Biagio, distribuito da questa settimana con Credere e Famiglia Cristiana a 9,90 euro oltre il prezzo di copertina.
ALLA SCUOLA DI DON PUGLISI
Il prossimo 25 maggio, la città di Palermo ricorderà il terzo anniversario della beatificazione di don Pino Puglisi, ucciso dalla mafia il 15 settembre 1993, giorno del suo 56° compleanno.
Il martirio di don Pino, infatti, non è un evento che riguarda esclusivamente la comunità dei credenti, ma la città, tutta intera. La mafia ne ha avuto paura e vigliaccamente lo ha ucciso con un colpo alla testa per la sua predicazione del Vangelo e per il suo impegno sociale a Brancaccio, in uno dei quartieri più dilaniati dalla criminalità organizzata. La sua beatificazione, celebrata nel 2013 a Palermo davanti a centomila persone, ha costituito per l’intera comunità il riconoscimento di un impegno costante, quotidiano e coraggioso, capace di mettere in crisi il sistema mafioso: «È importante parlare di mafia, soprattutto nelle scuole, per combattere contro la mentalità mafiosa, che è poi qualunque ideologia disposta a svendere la dignità dell’uomo per soldi», diceva don Pino, che oggi riposa su un altare laterale della cattedrale, meta per tanti pellegrini.
ORGANIZZARE LA VISITA
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La cattedrale si trova in centro a Palermo.
Si raggiunge in bus dal porto, con la linea 139 fino a corso Vittorio Emanuele, quindi la linea 105 per la cattedrale.
Dalla stazione: linea 107 o 101 sino al corso Vittorio Emanuele, quindi la linea 105.
Da e per Monreale: linee 309, 339 e 389.
Da e per piazza Politeama: linea 104.
CELEBRAZIONI
Le Messe si celebrano nei giorni feriali alle 7.30 e 18 e nei festivi alle 8.45, 11 e 18.
Confessioni: lunedì, mercoledì, venerdì
dalle 9.30 alle 11.30.
VISITE
L’ingresso in chiesa è libero (giorni feriali: 7-19; festivi: 8-13 e 16-19).
L’ingresso alle aree monumentali (tesoro, cripta, tombe reali e passeggiata sui tetti) è invece a pagamento: biglietto comulativo 7 euro per gli adulti; 5 euro per i ragazzi dagli 11 ai 17 anni. Disponibili biglietti anche per le singole aree.
Orario giorni feriali: 9-17.30; festivi:
10-13.30.
Visite sospese durante le celebrazioni.