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venerdì 02 giugno 2023
 

Cattedrale di Perugia. La carità operosa che testimonia Gesù


Sapete come chiamano il complesso di cui fa parte la cattedrale di Perugia? Castello o addirittura Isola di San Lorenzo, dal nome del martire cui è dedicata. Ma perché Castello? Perché Isola? Perché non c’è solo il duomo. C’è una loggia, intitolata a Braccio Fortebracci – che nel 1400 fu il signore di Perugia – la mole del vecchio seminario, le case dei canonici e il chiostro. Un unico complesso, di una bellezza maestosa come un castello, pur nella semplicità di un corpo unico come un’isola, che ha visto 5 conclavi e l’elezione di 5 pontefici.
Qui nel 1216 hanno eletto Onorio III, nel 1265 Clemente IV, nel 1285 Onorio IV, nel 1294 Celestino V e nel 1305 Clemente V. Papi che hanno fatto la storia: Onorio III per esempio concesse a san Francesco il Perdono del 2 agosto, embrione di ogni giubileo, un Papa che ha avuto il privilegio di guardare negli occhi il santo di Assisi e lo ha capito nel profondo. Ma anche Celestino V, eletto ottantenne dopo due anni di conclave, bollato da Dante come il Papa del gran rifiuto e oggi rivalutato. O il francese Clemente V, che dopo l’elezione trasferì la sede pontificia ad Avignone e per 68 anni i Papi vissero lontani da Roma.

DUECENTO ANNI DI LAVORI

Andando a Perugia troverete la cattedrale nella piazza più importante della città, piazza IV Novembre, costruita su un’area considerata sacra da sempre e dove sorgeva una chiesa romanica. Nell’aspetto sembra grezza, come se non fosse finita, nonostante abbia alle spalle duecento anni di lavori a partire dal XV secolo. E infatti solo una facciata, quella meridionale, è rivestita da formelle in pietra. Una volta entrati vi colpiranno gli spazi ampi e i lampadari in stile liberty.
Ma lasciamo che sia l’arcivescovo di Perugia, il cardinale Gualtiero Bassetti, a guidarci: «È un luogo straordinario», dice, «non soltanto per le sue linee architettoniche, per certi aspetti assai ardite, ma anche per la particolare collocazione nel cuore della città antica. Si tratta di un edificio sul modello delle Hallenkirchen tedesche (cioè con la navata principale alta come quelle laterali, ndr), divisa soltanto da esili ma robuste colonne, che nel caso perugino sono un po’ pendule e offrono così un’immagine al tempo stesso di stabile e precario equilibrio. Un po’ come la vita delle persone. La prima volta che l’ho vista ho provato un senso di stupore e di ammirazione per tanta bellezza».

UNA CATTEDRALE MARIANA

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Dedicata a san Lorenzo, uno dei tre patroni della città con san Costanzo e sant’Ercolano, la cattedrale è anche un luogo mariano. Entrando da una porta laterale, che il tempo ha trasformato in principale e che si affaccia su piazza IV Novembre, compare subito davanti agli occhi la Mater gratiae, che ha le mani come se stesse iniziando un abbraccio, come se stesse per stringervi forte a sé.
È un gesto accogliente, di protezione. La Madonna non è su un trono, non è seduta, anzi accenna un passo, e lo fa proprio verso voi che state entrando. Un meraviglioso benvenuto! E, facendo un po’ di attenzione, si può notare un piccolo rigonfiamento nel ventre: la Vergine è incinta, da poco. E vi accoglie con quel dono divino, vi viene a dare il benvenuto col Figlio di Dio in grembo.
«Nonostante la vastità dello spazio, la nostra cattedrale offre la possibilità di ritirarsi in preghiera», spiega ancora il cardinale Bassetti, «nella penombra delle cappelle laterali, dove, in mezzo ai capolavori dell’arte rinascimentale e barocca, risuonano ancora le preci di tanti fratelli che ci hanno preceduto nel segno della fede e ci accompagnano con la loro intercessione».

INNO DI MISERICORDIA

Più o meno alle spalle della Madonna delle Grazie ecco la Porta santa, segno di un Giubileo che a Perugia hanno concretizzato nel segno della misericordia. «La fede cristiana è veramente autentica se genera sentimenti e opere di bene», mi spiega il cardinale Bassetti, «“Misericordia” non è una parola vuota o un’espressione moralistica: è un impegno di vita concreto che ci mette in relazione con gli altri. Sugli architravi dell’antico palazzo dell’Ospedale della Misericordia, nel centro di Perugia, sono incise le parole di Gesù riportate dall’evangelista Matteo: “Ero nudo e mi avete vestito; avevo fame e mi avete dato da bere; ero forestiero e mi avete accolto”. Da secoli nella mia città è la carità operosa a far vivere il messaggio d’amore di Gesù. E in questo Anno santo abbiamo cercato di riproporlo come Chiesa all’intera società».
E infatti il Giubileo lascerà in eredità un’opera segno: una casa per malati terminali (vedi box a pagina 73) che – insieme a quello che il cardinale chiama «l’occasione di un esame di coscienza personale e comunitario» – è il vero lascito di un Anno santo reso ancora più speciale dalle tre visite in regione di papa Francesco: Il 4 agosto in pellegrinaggio privato alla Porziuncola nei giorni del Perdono, il 20 settembre ad Assisi per la preghiera per la pace e il 4 ottobre a Norcia per la visita ai terremotati, con la quale, spiega Bassetti, «Il Santo Padre ci ha dato testimonianza concreta di questo amore fatto di vicinanza, premura e coinvolgimento».

IL SANTO ANELLO CHE RICORDA LE NOZZE DI MARIA E GIUSEPPE

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La cattedrale di Perugia conserva quello che secondo la tradizione dovrebbe essere l’anello di nozze tra Maria e Giuseppe. Si tratta di una pietra rara che probabilmente è solo un sigillo del I secolo dopo Cristo. Non sarebbe quindi una reliquia, ma da molti secoli è conservata in luoghi consacrati e viene chiamato Santo anello. Si trova protetta da alcune casseforti per aprire le quali occorrono 14 chiavi, custodite ieri come oggi da autorità civili ed ecclesiali, tra cui il Comune (che ne ha 8) e il capitolo della Cattedrale (che ne ha 4). Per usarle occorre la presenza dei rappresenti civili ed ecclesiastici. È possibile vederla ogni anno il 29 e il 30 luglio e il 12 settembre.

IL GIUBILEO LASCIA IL SEGNO

Il Giubileo lascerà un segno a Perugia. Si tratta di una Casa per malati terminali, dove, secondo il progetto del cardinale Bassetti, «le persone possano trovare un’adeguata accoglienza, le cure necessarie e quella fraternità che le faccia sentire amate e aiutate negli ultimi tempi dell’esistenza terrena, per testimoniare, non a parole ma con i fatti, che la morte non è l’ultima parola. La misericordia, specialmente verso chi è nella prova (e tutti lo siamo, prima o poi), è concretamente la via della vita e della risurrezione». Verrà realizzata in un’ala di un edificio che da 150 anni ospita una casa di riposo diocesana. I lavori cominceranno nei prossimi mesi. Ma a ben vedere non è l’unica opera che resterà di questo Anno santo. Durante il Giubileo sono stati aperti tre Empori della solidarietà gestiti dalla Caritas diocesana, che con quello attivo da anni, fanno quattro. Sono centinaia le famiglie che vi fanno la spesa gratis. Tanti i volontari, tra cui un signore che si è offerto di pagare l’affitto mensile di una delle sedi. Gli empori si trovano a Perugia, nella zona industriale di San Sisto-Sant’Andrea delle Fratte, a Marsciano e a Ponte San Giovanni.

ORGANIZZARE LA VISITA

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La cattedrale di San Lorenzo è nel centro di Perugia. La città si raggiunge attraverso la A1, da nord uscendo a Valdichiana e poi percorrendo la superstrada SS75bis; da sud a Orte, proseguendo sulla SS204 e sulla E45. C’è la stazione ferroviaria e l’aeroporto San Francesco.

 ORARI E CELEBRAZIONI
È aperta tutti i giorni dalle 7.30 alle 12.30 e dalle 15.30 alle 19.
Di domenica e nei festivi dalle 8 alle 12.45 e dalle 16 alle 19.
Le Messe feriali sono alle 8, alle 11 e alle 18.
Le festive alle 8.30, alle 10, alle 11.30 e alle 18.
Le Confessioni: nei giorni feriali dalle 10 alle 12 e dalle 16.30 alle 18 (lunedì escluso), nei festivi: dalle 9.30 alle 12 e dalle 16.30 alle 18. Telefono: 075/57.23.832. www.cattedrale.perugia.it.

MUSEO E ARCHEOLOGIA
Accanto alla cattedrale ci sono un Museo e un Percorso archeologico, per entrambi i biglietti interi costano 6 euro ma ci sono varie possibilità di riduzione. Per informazioni il telefono è 075/57.24.853.

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