Educazione sentimentale ed educazione sessuale
Caro don Guido,
come si può leggere in Amoris laetitia frequentemente l’educazione sessuale si concentra sull’invito a “proteggersi”, cercando un “sesso sicuro”. Papa Francesco dice, giustamente, che queste espressioni trasmettono un atteggiamento negativo verso la procreazione, come se il nascituro fosse considerato un nemico da cui proteggersi. In questa visione distorta, la sessualità è vissuta nella sua forma più povera, mentre non è che una fetta della grande torta che sia chiama affettività. Forse servirebbe un’educazione sentimentale più che un’educazione sessuale. Ma chi può affrontare una simile impresa? La famiglia? La scuola?
ELISABETTA ZAMPELLOTTI, Lugo di Romagna
Cara Elisabetta,
come si evince con chiarezza dalla tua lettera, il tema della sessualità si inserisce nel più ampio campo dell’affettività. Proprio per questo mi permetto di dire che trovo un po’ riduttiva l’espressione che tu adoperi, ossia, educazione sentimentale, preferendovi, sulla stessa linea espressa anche da te, quella di educazione affettiva nella quale, indubbiamente la famiglia e la scuola sono le prime a essere coinvolte. Proprio con riferimento alla scuola e per offrirti una risposta che sia al contempo chiara e sintetica, do volentieri voce a quanto emerso in una ricerca portata avanti con successo dall’Istituto Luigi Cossa di Pavia, perché credo possa esaustivamente esprimere come approcciare il problema dell’educazione affettiva con particolare riferimento al mondo degli adolescenti e dei giovani: «La sfera emozionale affettiva riveste una notevole importanza nello sviluppo dell’individuo, soprattutto nelle fasi di vita della preadolescenza e dell’adolescenza, in cui il ragazzo e la ragazza cominciano a definire le proprie scelte personali e sociali. Il ruolo che l’educazione socio-affettiva e quella sessuale possono svolgere è quello di facilitare i ragazzi ad acquisire conoscenza e consapevolezza delle emozioni proprie e degli altri, insieme alla valorizzazione delle proprie risorse di gestione della comunicazione interpersonale e di autentici rapporti con i pari e con gli adulti. Tale approccio consente un pieno sviluppo della capacità di apprendimento, non solo cognitivo, di risoluzione di problemi, di capacità di compiere scelte adeguate e di essere protagonista del proprio percorso di vita, ma anche di apprendimento emotivo che consenta all’individuo di realizzarsi pienamente come adulto».