Santiago de Compostela. Il cammino che conduce al perdono
Tutto fa pensare che
quest’anno il numero di
pellegrini che transiteranno
attraverso la Puerta del
perdón, ovvero la Porta santa della
cattedrale di Santiago de Compostela,
raggiungerà una cifra mai registrata
in precedenza. Il Giubileo della misericordia
indetto da papa Francesco
sta infatti richiamando un numero
di peregrinos di gran lunga superiore
a quello registrato l’anno scorso.
Secondo i minuziosi dati messi
a disposizione dall’Ocina de acogida
al peregrino dell’arcidiocesi di Santiago,
nei primi sei mesi del 2016 sono
già transitati per la sacra soglia più
di 100 mila pellegrini forniti di credenziali
in regola: oltre 3.000, sopportando
il clima tutt’altro che mite
della Galizia, hanno ultimato il loro
viaggio fra gennaio e febbraio, poi
l’impennata in corrispondenza della
primavera, con i 15 mila arrivi di
aprile, i 32 mila in maggio e i quasi
40 mila di giugno. Contando che la
maggior parte dei viandanti si presenta
nei mesi estivi, sono cifre che
fanno legittimamente ritenere come
quest’anno si possano superare di
slancio i 260.000 arrivi del 2015.
IL RICHIAMO DEGLI ANNI SANTI
Per quanto il Cammino tenda a
incrementare ogni anno la propria
popolarità, va tenuto presente che
l’a
ffusso dei pellegrini diretti verso
i luoghi santi di Galizia è regolato da
un calendario particolare: il numero
degli arrivi s’impenna invariabilmente
in occasione degli Anni santi
giacobei, ovvero quegli anni in cui la
festa di san Giacomo maggiore, celebrata
il 25 luglio, cade di domenica.
Si tratta di un privilegio
antichissimo, concesso da papa Callisto
II e confermato da Alessandro III
nel corso del XII secolo, sul quale si
fonda la secolare popolarità del pellegrinaggio
verso la tomba del primo
apostolo a testimoniare la propria fede
affrontando il martirio.
Di norma è soltanto nel corso di
questi anni che viene aperta dall’arcivescovo
di Santiago la Puerta del
perdón, collocata sul lato orientale
della Cattedrale e sormontata da una
statua dell’apostolo figlio di Zebedeo
e Salomé affiancato dai discepoli Atanasio
e Teodoro. È stato in occasione
dello Xacobeo del 1993 che il pellegrinaggio
è stato rilanciato in grande
stile con il concorso delle gerarchie
ecclesiastiche e delle autorità civili
spagnole. E non stupirà considerare
che nell’ultima occasione in cui
la Porta santa di Santiago è rimasta
aperta, ovvero nel 2010, si è registrato
quello che, almeno sino ad oggi,
resta il numero di arrivi più alto di
sempre: nel corso di dodici mesi furono
oltre 270.000 le persone che
giunsero alla cattedrale credenziali
alla mano.
LA SOPRESA DI FRANCESCO
-
Quando l’arcivescovo Julian Barrio
richiuse la Puerta del perdón, ci si
attendeva che sarebbe stata riaperta
soltanto in occasione del successivo
Xacobeo, ovvero nel 2021, ma la decisione
di papa Francesco ha dettato
un cambiamento di programma tanto
inatteso quanto gradito. Così negli ultimi
mesi del 2015 sono stati eseguiti
lavori di restauro affinché il portale si
potesse presentare all’appuntamento
in tutta la sua magnificenza: sono state
ripulite le statue del santo fratello
di Giovanni, quelle dei suoi discepoli,
e i ventiquattro rilievi che affiancano
la soglia, dedicati a santi e profeti; si
è posta ogni attenzione nel ricordare
che il viaggio in sé non è condizione
sufficiente per considerare valido
il pellegrinaggio (serve anche partecipare
alla Messa recitando ad alta
voce almeno il Credo e il Padre nostro,
e confessarsi in un lasso di tempo
che non ecceda i quindici giorni
dall’arrivo), quindi ogni cosa è stata
predisposta per accogliere uomini e
donne in arrivo da ogni angolo della
Spagna, dell’Europa – italiani, tedeschi
e francesi in primis – così come
dai luoghi più remoti del pianeta.
E puntuale, a partire dalle prime
settimane del nuovo anno, è cominciata
l’affluenza dei moderni
eredi dei “viaggiatori sacri” in arrivo
lungo la millenaria rotta per Campus
stellae (il campo della stella, nome
antico di Compostela, ndr), il luogo
posto alla fine del mondo antico, dove
i peregrinos giungevano guidati dagli
stormi degli uccelli migratori e dal
mistico svolgersi nel cielo notturno
del mantello della Via lattea.
TRA STORIA E LEGGENDA
Non è mistero che il pellegrinaggio
a Santiago ricalchi più antichi
itinerari pagani di origine celtica.
È all’epoca di Isidoro di Siviglia,
arcivescovo della città andalusa ai
tempi della dominazione visigota,
che si diffoonde la tradizione di considerare
san Giacomo maggiore (in
spagnolo chiamato Santiago) l’evangelizzatore
principe della Spagna. E
stando alla Legenda aurea composta
da Jacopo da Varazze in pieno Duecento,
quindi in un’epoca in cui era
già vivo il pellegrinaggio verso l’estremo
nord-occidentale della penisola
iberica attraverso le terre dei
regni cristiani di Navarra, Castiglia
e León, solo nel IX secolo sarebbe
stato miracolosamente individuato
il suo sepolcro laddove oggi sorge
la cattedrale di Santiago.
Il sovrapporsi di pellegrinaggi
cristiani e itinerari iniziatici più
antichi, o l’intrecciarsi di verità storiche
e leggende così comune nel
corso dei “secoli bui”, non riducono
tuttavia la portata dell’immensa
devozione popolare che il santo ha
saputo suscitare: patrono dei monaci-
cavalieri impegnati nella Reconquista
e figura invocata per secoli da
quanti avevano lasciato la sicurezza
della propria casa per prendere bordone
e bisaccia, il viaggio verso la
cattedrale a lui dedicata completava
il trittico dei pellegrinaggi maggiori
e non era considerato meno prestigioso
di quelli votati a raggiungere
Roma e Gerusalemme.
IL SENSO AUTENTICO
-
Oggi che la popolarità del Cammino
ha raggiunto livelli impensabili,
il rischio è piuttosto che quanti lo
intraprendono lo ritengano «l’unico
pellegrinaggio possibile», o che confondano
l’aspetto sociale ed esperienziale
del viaggio con il suo significato più autentico; pensieri che,
ci auguriamo, ognuno di loro terrà
presenti nel solcare le aspre vallate
pirenaiche, le Mesetas e i boschi di
Galizia per approcciarsi alla Puerta
del perdón.
QUELLA CONCHIGLIA CHE INDICA IL CAMMINO PER SANTIAGO
Il simbolo del
cammino a Santiago
de Compostela è
la celebre conchiglia
di San Giacomo,
conosciuta in cucina
come capasanta
(nome scientiico:
Pecten jacobaeus).
Anticamente i devoti
la portano cucita sui
vestiti o appesa
al bordone (bastone
con manico ricurvo)
dopo aver raggiunto
la meta, come
segno dell’avvenuto
pellegrinaggio.
Anche oggi la si
vede spesso indosso
ai camminatori o
applicata sugli zaini.
Anche i segnavia che
indicano il percorso
del Cammino
adottano il simbolo
della conchiglia.
UNO SCRITTORE IN CAMMINO
-
L’autore di questo articolo
è lo scrittore Enrico Brizzi,
41 anni, diventato famoso
all’inizio degli anni Novanta
quando, non ancora ventenne,
pubblicò il romanzo best
seller Jack Frusciante è uscito
dal gruppo. Oltre 10 anni fa
Brizzi ha scoperto il mondo
dei pellegrinaggi a piedi
percorrendo insieme ad alcuni
amici l’intero cammino tra
Canterbury e Roma, la celebre
Via francigena, esperienza
che poi ha ispirato il romanzo
Il pellegrino dalle braccia
d’inchiostro, pubblicato nel
2007. Da allora ha proseguito
l’esperienza dei “cammini
sacri” affrontando il percorso
da Roma e Gerusalemme e
più di recente quello da Roma
a Santiago de Compostela,
che sta raccontando con
articoli a puntate sul mensile
Jesus. Con l’editore Laterza
ha recentemente pubblicato
due libri sulla storia del calcio
italiano: Il meraviglioso giuoco.
Pionieri ed eroi del calcio
in Italia (1887-1926) e Vincere
o morire. Gli assi del calcio
in camicia nera (1926-1938).
Credere ha dedicato un ritratto
a Enrico Brizzi e ai suoi cammini
sul numero 9 del 2014.
L’ANTICO CAMMINO RINATO A VITA NUOVA
Il pellegrinaggio a piedi alla tomba
di san Giacomo maggiore apostolo
a Santiago de Compostela ha
origini antichissime che risalgono
all’epoca di Carlo Magno. Nel
Medioevo si arrivava al santuario
galiziano percorrendo le principali
vie di terra dalla Francia e dall’Italia.
Varcati i Pirenei attraverso i passi di
Roncisvalle e Somport, il percorso
proseguiva lungo due principali vie:
l’una che costeggiava l’Atlantico
in Asturie e Galizia passando per
Santander e Oviedo e la seconda
(oggi la via più conosciuta e
battuta), più interna, attraverso
Puente La Reina, Burgos e León. Vi
erano poi una via attraverso il mare
(percorsa soprattutto dai pellegrini
inglesi) e alcuni cammini da sud
per chi arrivava da Madrid, Siviglia
e Lisbona. Oggi, chi desidera,
dopo l’arrivo a Santiago prosegue
per Finisterre, dove il cammino
si conclude con l’arrivo sulla
costa Atlantica.
LA RISCOPERTA
Il Cammino di Santiago è stato
protagonista di una straordinaria
riscoperta in epoca contemporanea
che dalle poche centinaia
di pellegrini che ogni anno
giungevano a piedi al santuario
intorno al 1985 ha fatto crescere
i numeri fino ai 200 mila e più
attuali, provenienti da tutto il
mondo. Il Cammino oggi è percorso
per ragioni di fede ma anche
da escursionisti. Gli itinerari a piedi
che in Francia e Spagna conducono
a Santiago sono Patrimonio
dell’umanità dall’Unesco. [P.R.]
ORGANIZZARE LA VISITA
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Il Cammino di Santiago richiede
adeguato allenamento
e attrezzatura e abbigliamento
idoneo. È opportuno preparare
il viaggio con guide aggiornate
(per esempio Guida al cammino
di Santiago de Compostela, ed.
Terre di Mezzo, 18 euro, e La via
di Santiago, ed. San Paolo, 9.90
euro). Lungo il cammino vi sono
numerose strutture d’accoglienza
spartana, gli albergues.
L’itinerario classico parte dal
cuore dei Pirenei, a Saint-Jean-
Pied-de-Port, in Francia, è lungo
800 chilometri e richiede circa
25 giorni. Se si ha meno tempo
a disposizione, si può partire
da località intermedie lungo
il cammino. La Compostela,
credenziale dell’avvenuto
cammino, è concessa a chi ha
percorso almeno 100 chilometri.