Articolo
13 maggio 2020
Non si tratta di un minimo comun denominatore e quindi della rinuncia alla propria identità, nel nostro caso radicalmente e profondamente cristiana, ma di “partecipare” alla dimensione umana della fede. La preghiera comune può condurci a percepire il senso profondo dell’essere donne e uomini religiosi, “legati” e orientati a una realtà ulteriore e trascendente, che ci supera e ci comprende. La riflessione di don Pino Lorizio, della Pontificia Università Lateranense