Articolo
21 novembre 2016
Era suo amico, don Angelo Casati, e lo ricorda così: «Noi vedevamo la differenza, un abisso, tra il suo viso, i suoi occhi, il fuoco che l’accendeva e i visi immobili, smunti, gelidi, truccati, di plastica di tanti cosiddetti personaggi d’allora e di oggi...»