Doveva essere una “pattumiera”, secondo la mano anonima che ha imbrattato il ricordo di Alessandro Meszley con un pennarello nero. E invece, 24 ore dopo, il campetto da basket si è svegliato più simile a un giardino che a una discarica. Il luogo dove il cuore di un ragazzo di 15 anni si è fermato per sempre è diventato un muro giallo di solidarietà e di memoria