Articolo
11 maggio 2020
«La giovane convertita all'islam merita un silenzio rispettoso. Da credente non posso non rilevare due fiammelle che brillano fra le tenebre di questa apparente e rilevante sconfitta, culturale e religiosa insieme, di un Occidente incapace di sostenere la fragilità di chi, donandosi, si è ritrovato prigioniero. La prima: la vita umana non ha prezzo. La seconda: il diritto alla libertà (che non bisogna rivendicare solo a favore dei cristiani) si basa sulla coscienza, tabernacolo della persona umana». Una riflessione del teologo della Pontificia Università Lateranense alla vigilia della giornata di preghiera interreligiosa promossa per il 14 maggio.