«Entro la fine del mese, al massimo gli inizi di giugno termineremo di fare i vaccini a tutta la popolazione di San Marino». A dirlo è Sergio Rabini, direttore sanitario dell’Istituto per la Sicurezza Sociale (ISS) della Repubblica. «Non abbiamo preso il primo vaccino che passava», rassicura riferendosi al siero russo Sputnik con il quale è stato immunizzato la stragrande maggioranza dei trentacinquemila sammarinesi, «l’efficacia di questo vaccino, che è anche oggetto di uno studio ad hoc in collaborazione con l’Istituto Spallanzani, è attestata da numerosi studi scientifici, a cominciare da quelli pubblicati su Lancet, e dal fatto che oggi è utilizzato in sessantuno Paesi del mondo. Spero che possa essere riconosciuto presto anche dall’Ema».
I risultati della campagna vaccinale si vedono: dal 3 maggio gli anziani dell’unica Rsa possono ricevere la visita di un familiare. Il 6 maggio il reparto d’isolamento Covid dell’ospedale di Stato è stato chiuso e il personale smistato in quelli ordinari. Il 26 aprile è stato abolito il coprifuoco serale, si può cenare anche nei locali al chiuso, le palestre sono regolarmente aperte. Dal 3 maggior, inoltre, all’ingresso degli uffici pubblici non è più obbligatorio il controllo della temperatura e nelle scuole gli insegnanti già vaccinati possono togliere la mascherina.
Sul numero di Famiglia Cristiana in edicola e in parrocchia da giovedì, 13 maggio un reportage sul ritorno alla normalità del piccolo Stato incastonato tra Marche ed Emilia Romagna.