Le mani sono le protagoniste di questo video, perché sono simbolo di forza e aiuto reciproco. Mani che si aprono, che avanzano, che si uniscono, quasi dei passi di una danza simbolica che vuole divertire e far riflettere al tempo stesso. Mani giovani e vecchie, di uomini e di donne, perché questi temi riguardano tutti noi. Per questa ragione, si conclude con un appello: “Uniamo le forze per combattere la povertà”.
Il filmato, realizzato da Fabrica, col sostegno dell’Ufficio Europeo delle Nazioni Unite (UNRIC), si articola in nove episodi diversi con tematiche ben chiare: più forza alle donne, cooperazione sud-sud, crescita inclusiva, prevenzione delle crisi, rispetto per l’ambiente, eliminazione delle disuguaglianze, energia sostenibile, costruzione di società democratiche e volontariato.
I temi, peraltro, affrontati dal Segretario generale dell’Onu Ban Ki Moon nel suo messaggio: «La celebrazione della Giornata internazionale per l'eliminazione della povertà di quest'anno», ha detto il responsabile delle Nazioni Unite, «giunge nel momento in cui la comunità internazionale sta perseguendo due obiettivi: intensificare gli sforzi per realizzare gli Obiettivi di sviluppo del Millennio e formulare la prossima serie di risultati da ri sultati da ottenere per guidare i nostri sforzi dopo il 2015. Questa agenda post-2015 deve avere al primo posto l'eliminazione della povertà e lo sviluppo sostenibile. Dopo tutto, l'unico modo per sradicare definitivamente la povertà è di mettere il mondo su un percorso di sviluppo sostenibile».
«Abbiamo molto lavoro da fare», ha aggiunto. «Mentre i livelli di povertà sono diminuiti in modo significativo , il progresso non è stato uniforme».
Ban Ki Moon ha voluto sottolineare che molta strada resta ancora da fare: «Più di 1,2 miliardi di persone vivono ancora in povertà estrema in tutto il mondo. Troppi , soprattutto le donne e le ragazze , continuano a vedersi negato l'accesso a un'adeguata assistenza sanitaria e ai servizi igienici, a un'istruzione di qualità e a un alloggio decente. Troppi giovani non hanno lavoro né le competenze che rispondano alle esigenze del mercato. Crescente disuguaglianza in molti Paesi - ricchi e poveri - sta alimentando l'esclusione dall’ambito economico, sociale e politico, e sappiamo che l’impatto dei cambiamenti climatici e la perdita di biodiversità ha colpito soprattutto i più poveri».
«Dobbiamo fare di più», ha concluso, «per ascoltare e agire per coloro le cui voci spesso sono inascoltate, le persone che vivono in povertà , in particolare i popoli indigeni , gli anziani e coloro che vivono con disabilità, i disoccupati, i migranti e le minoranze. Dobbiamo sostenerli nella loro lotta per sfuggire alla povertà e costruire una vita migliore per se stessi e le loro famiglie. Se vogliamo realizzare il futuro che vogliamo per tutti , dobbiamo ascoltare il grido degli emarginati. Insieme possiamo costruire un mondo sostenibile di prosperità e di pace, di giustizia e di equità. Una vita dignitosa per tutti».
Fabrica è un centro di ricerca sulla comunicazione. Fondato nel 1994, invita giovani creativi da tutto il mondo offrendo loro una borsa di studio annuale e la possibilità di sviluppare progetti di ricerca in una gamma di discipline che includono design, comunicazione, fotografia, coding, video, musica, giornalismo, networked politics e media.