“C’è un mostro nella mia cucina”. Si chiama così il corto d’animazione diffuso oggi da Greenpeace e doppiato dall’attore Giobbe Covatta. E’ la storia dell’incontro tra un bambino e un giaguaro “sfrattato” dalla sua casa, le foreste del Sudamerica, che vengono distrutte per produrre sempre più carne e soia destinata alla mangimistica.
“Il cartoon in pochi minuti ci fa riflettere sugli impatti dell'agricoltura industriale e dell’eccessiva produzione di carne sugli ecosistemi e sulla biodiversità, ma anche su quanto ci riguardi da vicino quel che accade in foreste lontane come quelle sudamericane” spiega Federica Ferrario, responsabile Agricoltura di Greenpeace Italia. “Come ci ricordano i protagonisti del video, ridurre la produzione e il consumo di carne è fondamentale per preservare la salute del pianeta e anche per salvare animali come i giaguari dall’estinzione”.
La Politica Agricola Comune (PAC), in questi giorni in discussione al Parlamento europeo, favorisce un sistema di allevamento intensivo su larga scala dannoso per l’ambiente, per il clima e per la nostra salute, e complice della deforestazione. Nel mondo, infatti, l’80 per cento della deforestazione avviene per fare spazio a pascoli e a terreni spesso occupati da colture destinate alla mangimistica, come la soia.
Nel 2019 l’Italia è stata il principale importatore di carne dal Paraguay e il secondo principale importatore di soia sia dall’Argentina che dal Paraguay. Da luglio 2019 a giugno 2020 siamo anche stati i principali importatori dell’Unione di carne proveniente dal Brasile. I terribili incendi registrati ultimamente in Brasile, nel Pantanal, hanno messo in pericolo almeno 600 giaguari, su una popolazione stimata nella regione in soli 2.000 esemplari.
Il Parlamento Ue si è espresso favorevolmente sul Rapporto della Commissione Ambiente Ue (ENVI) intitolato “Quadro giuridico dell'UE per fermare e invertire la deforestazione globale guidata dall'UE”, per redigere una normativa che ponga fine alla complicità dell'Ue su deforestazione e violazioni dei diritti umani. Il Parlamento dovrebbe avallare la votazione nel tardo pomeriggio.
“Questo è un passaggio fondamentale per lo sviluppo di una una normativa comunitaria stringente che ponga fine alla circolazione sul mercato europeo di materie prime e prodotti la cui estrazione, raccolta o produzione ha o rischia di avere un impatto negativo su foreste e diritti umani. Ora dobbiamo continuare a far sentire la nostra voce e partecipare alla consultazione pubblica europea” conclude Ferrario.