Telefoni, computer, telecomandi, mouse, orologi, giocattoli, persino monopattini e droni. Tutti questi oggetti di cui non possiamo fare a meno, funzionano grazie alle pile. Quando però smettono di funzionare, occorre sostituire le pile esauste con nuove pile. E quelle vecchie? Diventano rifiuto tecnologico e devono essere oggetto di raccolta differenziata, affinché ne siano garantiti il corretto riciclo e la tutela dell’ambiente: infatti, contengono sostanze quali mercurio, piombo e cadmio che, se rilasciate nell’ambiente, possono rivelarsi altamente dannose.
Non solo: alcune sostanze contenute nelle pile e negli accumulatori - come nichel, terre rare, zinco, litio, manganese, ferro... - sono materie prime riciclabili, che possono essere recuperate e riutilizzate per creare nuovi prodotti, innescando così un positivo esempio di economia circolare. Il loro corretto riciclo, come per tutti i rifiuti tecnologici, porta dunque con sé importanti benefici ambientali ed economici.
Molti cittadini non sono ancora a conoscenza delle giuste modalità di conferimento delle pile portatili: spesso, dopo l’uso, vengono “abbandonate” in un cassetto, infilate in qualche scatola o gettate nell’indifferenziata.