Nel post scrive:
Il 21 marzo, come ogni anno, è la Giornata mondiale della Sindrome di Down, ricorrenza sancita ufficialmente dall'ONU per creare maggiore consapevolezza in merito a questa sindrome – più propriamente chiamata trisomia 21 (per questo si ricorda il 21 marzo) – e promuovere una cultura della diversità e dell'unicità.
Ricordo come ogni anno che, nonostante i video stupendi che girano, nonostante quando incontriamo qualcuno con la Sindrome di Down gli sorridiamo dicendo: “Che carino!”, nonostante oggi sui social sarà tutta una condivisione di meme che li riguardano, ancora oggi nel mondo relativamente ai bambini con diagnosi di sindrome di Down:
-Il 100% viene abortito in Islanda
-Il 98% viene abortito in Danimarca
-Il 67% viene abortito negli Stati Uniti
-Il 53% viene abortito in Italia
Questa ipocrisia mi fa male perché - sotto sotto - alla luce di questi numeri, li riteniamo un problema, una vita sacrificabile e meno degna, privando così il mondo di questa bellezza e ricchezza.
Fino a quando non cambierà questa mentalità sarà difficile creare una cultura della diversità e dell’inclusione.
Facciamo in modo che il 21 marzo non sia un giorno per ricordarci di queste persone, ma diventi una giornata in cui si festeggia il dono che queste persone sono per il mondo.
Per noi da quando è nato nostro figlio Giorgio Maria è davvero una festa.