Oggi papa Francesco ha ricevuto in udienza le donne e gli uomini dell'Ispettorato di Pubblica sicurezza in Vaticano, lo speciale corpo di Polizia istituito ufficialmente il 30 marzo 1945, che oggi conta circa 160 unità (affiancati da un nucleo di Polkizia stradale che cura la viabilità per le uscite del Pontefice). Nell'occasione, il Santo Padre ha voluto esprimere la sua stima e il suo apprezzamento. «In questi mesi segnati dalla pandemia», ha detto Jorge Mario Bergoglio, «avete saputo modulare bene il vostro lavoro, coniugando le disposizioni sanitarie e le norme dell’ordine pubblico con le esigenze dei pellegrini. Si deve anche alla vostra professionalità se la vita intorno a questi luoghi sacri e alla Città del Vaticano si è svolta con serenità. Questo è frutto del vostro lavoro, grazie! La vostra vigilanza diurna e notturna tutela le persone che si recano a pregare in Basilica e che vengono ad incontrarmi. La vostra puntuale attività facilita anche le manifestazioni spirituali e religiose che si tengono in piazza, come pure le visite dei turisti».
«Si tratta», ha aggiunto il Papa, «di un’opera considerevole e delicata, a cui attendete con diligenza e sollecitudine, sforzandovi, anche nelle situazioni più complesse, di essere pazienti e disponibili. Vorrei pure ricordare la vostra assidua collaborazione in occasione dei miei spostamenti a Roma o delle mie visite pastorali in Italia. Vi sono grato anche per lo stile: la vostra è una presenza discreta e nello stesso tempo efficace, resa ancora più proficua dalla collaborazione con la Gendarmeria Vaticana. Questo dialogo fra voi e la Gendarmeria è molto importante e vi ringrazio tanto di portarlo avanti. Oltre ad esprimervi la mia gratitudine, vorrei incoraggiarvi, perché il vostro servizio, a volte arduo, sia sempre sostenuto dalla sua motivazione fondamentale, cioè prendersi cura delle persone, tutelando la dignità e l’incolumità di ciascuno. Questo è tanto prezioso: la persona al centro, sempre. Forse qualcuno viene con richieste o a volte con problemi o con esigenze che non sono giuste, sono un po’ pesanti, a volte. Ma grazie della vostra pazienza, e perché trattate le persone come sono, nella vita. Così Dio tratta noi!».
«Qui davanti a Lei, siede una rappresentanza degli uomini e delle donne che quotidianamente, con passione, esprimono il proprio impegno per garantire la Sua sicurezza e quella dei tanti fedeli che da tutto il mondo vengono a professare la propria fede al centro della Cristianità», aveva detto poco prima il Capo della Polizia, il prefetto Lamberto Giannini. «Un compito, questo, che nel corso degli ultimi due anni è diventato ancor più complicato a causa della pandemia che tutti stiamo vivendo. Un compito che abbiamo svolto, però, affrontando queste nuove difficoltà con una rinnovata partecipazione emotiva e spirituale. Quando il virus aggrediva rapidamente la nostra società, desertificando le strade delle nostre città, siamo stati vigili custodi della Sacralità di questi luoghi, splendenti nella loro solitaria bellezza. Siamo stati testimoni commossi, quel 27 marzo di due anni fa, quando nel silenzio del sacrato di piazza S. Pietro, rotto solo dallo scrosciare della pioggia, la Sua preghiera affidava alla misericordia di Dio le sorti del mondo. Ci siamo adoperati per supportare le tante situazioni di marginalità che, intorno al colonnato, esprimono il proprio vivere quotidiano e che rischiavano di aggravarsi con la crisi».
«La pandemia», aveva aggiunto il Capo dell Polizia Giannini, «ci ha spinto a coniugare meglio il nostro compito di tutori della legalità con quel bisogno di umanità che proveniva e proviene dai tanti cittadini disorientati, soli e in difficoltà. Essi chiedevano e chiedono, non solo sicurezza, ma anche una mano per essere sorretti e una parola per essere confortati. È stato, il nostro, un impegno senza sosta per gli anziani, i minori, le donne vittime di violenza e per quanti vivono ai margini delle nostre comunità in condizioni economiche che la pandemia ha reso ancora più precarie. A loro abbiamo teso una mano e aperto i nostri cuori. È vivo il ricordo dello sbarco sulle coste del crotonese, durante il quale, nonostante la notte e il mare in tempesta, mani forti di colleghi coraggiosi hanno portato in salvo uomini, donne e bambini. Tutto ciò lo abbiamo fatto, pagando però un caro tributo. Affido alle Sue preghiere, Santo Padre, i colleghi che hanno perso la propria vita nella lotta contro il virus, quelli che ci hanno lasciato a causa del servizio svolto e i loro familiari che in questo momento, più degli altri, stanno vivendo il dolore del distacco».
Nel video: il commento a caldo di Luigi Carnevale, dirigente dell'Ispettorato di Pubblica sicurezza Vaticano, a colloquio con il condirettore di Famiglia Cristiana, Luciano Regolo. Una produziuone Famiglia Cristiana - Telenova. Coordinamento redazionale di Alberto Chiara e Roberto Ponti. Montaggio di Manlio Geri.