La discarica di Agbobloshie si trova
nella periferia sud-orientale di Accra. Per raggiungerla, bisogna
attraversare un ponte che collega tra loro le sponde di un piccolo
fiume. Basta sbirciare verso il basso per capire quello che ci
aspetta: siamo a pochi chilometri dal mare ma l'acqua è immobile e
ha un colore nerastro. Sulla superficie galleggiano chiazze d'olio e
rifiuti di ogni sorta.
Risalendo la strada si attraversa un vivace
mercato: donne camminano in mezzo al traffico, come d'abitudine
trasportano sulla testa ceste piene di verdure. Mentre altre donne e
bambini seduti dietro a banchetti improvvisati cercano di vendere la
loro mercanzia.
Il vento sospinge fino al mercato e
alla vicina baraccopoli chiamata “Sodoma e Gomorra” i fumi
tossici che si levano dai roghi accesi nella discarica.
Passo dopo
passo, l'aria si fa sempre più acre e irrespirabile. La terra,
solitamente rossa e argillosa, all'improvviso sparisce: impregnata a
tal punto di olio esausto, acidi di batterie e altri veleni da
diventare nera. Incuranti di tutto, gruppi di pecore e alcune mucche
pascolano tranquillamente tra i rifiuti alla ricerca dei radi ciuffi
d'erba.
«In questo modo le
sostanze inquinanti passano dalla vegetazione agli animali, risalendo
passo dopo passo tutta la catena alimentare»,
spiega Atiemo Sampson, ricercatore presso la “Ghana atomic energy
commision” ed esperto di questioni ambientali. «Quello
che sta avvenendo qui è uno dei più gravi crimini ambientali mai
visti», aggiunge. «Ed
è qualcosa che ci riguarda tutti: chi mangerà la carne di quelle
pecore? Per questo è importante intervenire al più presto».
Ma smantellare il sistema economico
che sta alle spalle di Agbobloshie non è così semplice. La
raccolta, la compravendita e lo smantellamento dei vecchi
elettrodomestici rappresentano l'unica fonte di sostentamento per
migliaia di persone.
Per molti, sopratutto giovani provenienti dalle
regioni settentrionali del Paese, si tratta della sola possibilità
di lavoro. Mohamed racconta che una giornata di lavoro gli frutta
circa 10 cidis (la valuta locale, pari a circa 7 dollari):
«Con 5 cidis posso
comprare da mangiare, il resto lo metto da parte».
Il lavoro ad Agbobloshie non gli piace, ma non ha alternative. Sa che
i fumi che respira ogni giorno sono velenosi ma la drammatica
alternativa è morire di fame.