L'incantesimo del consumismo che ha stregato l'intera umanità, un quarto ormai assuefatto alla abbondanza al punto che il solo pensiero di vederla limitata scatena una isteria collettiva di crisi, e i restanti tre quarti impegnati invece a sognare di poter accedere anch'essa a quel mondo perfetto e luccicante di imballaggi colorati, di forme originali, di luci e di specchi, di tecnologie sempre più perfette, non può permettersi di mostrare la realtà del volto disfatto dagli anni di Dorian Grey, volendo mostrare solo il volto bello e liscio della sua eterna giovinezza.
E allora come il protagonista del famoso romanzo di Oscar Wilde nasconde in soffitta il suo vero volto ritratto su una tela, noi nascondiamo i rifiuti sotto terra, a volte in modo lecito ma spesso criminale, o facciamo finta di credere che certe tecnologie, come un buco nero, li facciano magicamente sparire senza conseguenze.
Eppure tutti sanno che, per tenere sempre pieni e rinnovati gli scaffali del supermarket Terra, stiamo accumulando volumi immensi di rifiuti; pensate che se mettessimo una sull'altra le bottiglie di plastica delle bevande che gli italiani bevono in un anno, si coprirebbe cinque volte e mezza la distanza fra la Terra e la Luna.
Guai a dirlo! Si romperebbe l'incantesimo e qualcuno potrebbe cominciare a porsi scomode domande sull'utile e l'inutile, sul bene e sul male... il consumismo ci vuole tutti stupidamente docili e obbedienti.
Ma di tanto in tanto Dorian Grey scopre nella soffitta il ritratto del suo volto reale, consumato dagli anni, e sente il peso del patto che ha fatto col diavolo. E così la sempre bella e affascinante città di Napoli, si ritrova di tanto in tanto con le strade sommerse di rifiuti. E tutti si chiedono ipocritamente di chi è la colpa, se di questo o di quel politico.
Anche se c'è pesantemente in tutto questo la cinica mano della malavita, che cresciuta nell'odio e nella violenza degenerata nella brutalità di vite anch’esse “usa e getta”, forse neppure si accorge di avvelenare il piatto in cui essa stessa mangia, la colpa è di ciascuno di noi, drogato di consumismo con la mente addomesticata e tele-comandata dalla pubblicità, il cuore corrotto dall'ego smisurato del mercato, ridotti anche noi a merci, curati più nel “packaging” che nel contenuto.
È da un po' che questo aspetto, grazie a soluzioni provvisorie e indispensabili, non appare molto; ma attenti a non abbassare la guardia perché la produzione dei rifiuti non è affatto calata. Essendo ben consapevoli di questo, gli amministratori della città hanno accettato l'invito di Greenaccord, associazione culturale dedita alla formazione dei giornalisti che scrivono di ambiente, ad aprire una ampia discussione di altissimo livello su "un futuro senza rifiuti", come via per salvare l'umanità dalle catastrofi globali annunciate dalla scienza, fra scienziati di fama mondiale e pionieri di casa nostra dell'opzione tanto difficile quanto necessaria dello zero-waste.
Greenaccord, nel suo X Forum Internazionale per la Salvaguardia della Natura, ha invitato a Napoli scienziati di calibro internazionale, quali Robert Costanza, dell'Università del Vermont, William Rees, della British Columbia University, Friederich Hinterberger del SERI, Gary Gardner del Worldwatch Institute, solo per citarne alcuni, per indicare un cammino nuovo di sostenibilità per un mondo ridotto a discarica, agli occhi e alle orecchie interessate degli amministratori cittadini e della stampa.
A Napoli, si sta parlando di capitale naturale e di debito ecologico, di spreco di materiali e di riciclo, di riutilizzo e di nuovi modi di progettare le merci, rendendole durevoli, riparabili, riutilizzabili, come strada futura già intrapresa oggi da molti che ci racconteranno le loro esperienze, ma anche di ciò che oggi di meglio può offrire lo smaltimento per quella quota che ancora non si riesce a recuperare, nell'attesa di un mercato convertito alla sostenibilità.
E così Castel dell'Ovo ha accolto, tra il 6 e il 9 novembre, un centinaio di giornalisti provenienti da tutto il mondo, cercando di riscattare quella fama vergognosa che ha offeso la storia e la cultura di una delle città che la natura e l'uomo – quando il secondo non aveva ancora dichiarato guerra alla prima non rendendosi conto che la dichiarava a sé stesso – insieme, ancora uniti in un patto di splendida sinergia, hanno reso fra le più belle del mondo.
Andrea Masullo (nella foto di copertina è il primo a sinistra, durante il suo intervento al convengo di Napoli) è Presidente del Comitato scientifico di Greenaccord.