L'uomo giusto. I commenti di chi lo avuto come comandante o di chi ne è stato collega ai vertici delle Forze armate concordano sulle qualità professionali e umane di Francesco Paolo Figliuolo, nato a Potenza l'11 luglio 1961, sposato, due figli, generale degli Alpini, nominato dal premier Draghi nuovo commissario per l'emergenza Covid al posto di Domenico Arcuri. Dopo essersi formato all'Accademia militare di Modena come ufficiale di artiglieria da montagna, è diventato comandante del gruppo artiglieria "Aosta", che ha guidato in missione in Kosovo. Tra il 2004 e il 2005 ha assunto il comando del contingente italiano in missione in Afghanistan. Tra l'ottobre 2010 e il 2011 è stato prima vice comandante e poi comandante della Brigata alpina Taurinense. Dal 2014 al 2015 è stato al timone delle Forze Nato in Kosovo. Dal 7 novembre 2018 era comandante logistico dell'Esercito. Il 1º marzo 2021 il Presidente del Consiglio Mario Draghi l'ha designato quale nuovo commissario straordinario per l'emerhza Covid 19. Succede a Donenico Arcuri.
Il generale Francesco Paolo Figliuolo è appassionato di lettura e sport, pratica nuoto e sci di cui è istruttore militare. Nell'interrvista che ci concesse nel 2011, a Torino, Francesco Paolo Figliuolo, all'epoca comandante della Brigata alpina Taurinense, precisò la consistenza quantitativa e qualitativa delle penne nere inquadrate nei ranghi dell'Esercito italiano, spiegò il loro rapporto con le valli, illustrò la natura delle loro missioni, ma soprattutto di svelò il segreto che rende inossidabile il senso di appartenenza a questo particolare Corpo, al punto che ogni anno gli "ex" si ritrovano a centinaia di migliaia, ovunque sia organizzata l'adunata. Lo spirito di sacrifcio, l'attaccamento al territorio e soprattutto la missione a servire la gente sono riflessioni che mantengono intatte la loro attualità, anche alla luce del nuovo impegno.
Nel suo ultimo incarico ha in qualche modo ricostruito, sul territorio, la rete della "sanità con le stellette", che era stata drasticamente ridimensionata dai tagli dell'ultimo decennio: un cambiamento pensato prima dello scoppio della pandemia, ma reso necessariamente rapido dall'incalzare del virus, e sigillato con la messa a regime, nel giugno 2020, di 23 infermerie presidiarie, dalla Valle d'Aosta alla Sicilia, con la costituzione di oltre un centinaio di drive through (punti per eseguire, restando in auto, tamponi naso-oro-faringei) e l'apertura di ospedali da campo. Sempre in stretta sinergia con Asl e ospedali pubblici: un modello che adesso potrà essere applicato alla vaccinazione di massa, come lasciato intendere dallo stesso generale Francesco Paolo Figliuolo durante la sua audizione alla Commissione difesa del Senato, il 24 novembre scorso.