Venerdì 27 settembre 2013, papa Francesco ha incontrato i partecipanti al Congresso internazionale sulla catechesi organizzato nell'Aula Paolo VI, in
Vaticano, nell’ambito dell’Anno delle Fede. Il Santo Padre nel suo
discorso ha sottolineato che «la catechesi è un pilastro per
l’educazione della fede».
«Ci vogliono buoni catechisti!» ha esclamato Bergoglio,
ringraziando i presenti per questo servizio «alla Chiesa e nella
Chiesa». «Anche se a volte può essere difficile – ha proseguito - si
lavora tanto, ci si impegna e non si vedono i risultati voluti, educare
nella fede è bello! Ma è forse la migliore eredità che noi possiamo
dare: la fede! Educare nella fede” perché cresca. “Aiutare i bambini, i
ragazzi, i giovani, gli adulti a conoscere e ad amare sempre di più il
Signore è una delle avventure educative più belle, si costruisce la
Chiesa! ‘Essere’ catechisti! Non lavorare da catechisti, eh! – ha
osservato - Questo non serve! Io lavoro da catechista perché mi piace
insegnare… Ma se tu non sei catechista, non serve! Non sarai fecondo!
Catechista è una vocazione: ‘essere catechista’,
quella è la vocazione; non lavorare da catechista. Badate bene, non ho
detto ‘fare’ i catechisti, ma ‘esserlo’, perché coinvolge la vita. Si
guida all’incontro con Gesù con le parole e con la vita, con la
testimonianza».
«Mi viene in mente la storia di Giona, una figura davvero interessante,
specialmente nei nostri tempi di cambiamenti e di incertezza», ha quindi concluso papa Francesco. Giona è
un uomo pio, con una vita tranquilla e ordinata; questo lo porta ad
avere i suoi schemi ben chiari e a giudicare tutto e tutti con questi
schemi, in modo rigido. Ha tutto chiaro, la verità è questa. E’ rigido!
Perciò quando il Signore lo chiama e gli dice di andare a predicare a
Ninive, la grande città pagana, Giona non se la sente. Andare là! Ma io
ho tutta la verità qui!. Non se la sente…Ninive è al di fuori dei suoi
schemi, è alla periferia del suo mondo. E allora scappa, se ne va in
Spagna, fugge via, si imbarca su una nave che va da quelle parti. Andate
a rileggere il Libro di Giona! E’ breve, ma è una parabola molto
istruttiva, specialmente per noi che siamo nella Chiesa.
Che cosa ci insegna? Ci insegna a non aver paura di uscire dai
nostri schemi per seguire Dio, perché Dio va sempre oltre. Ma sapete una
cosa? Dio non ha paura! Sapevate questo voi? Non ha paura! E’ sempre
oltre i nostri schemi! Dio non ha paura delle periferie. Ma se voi
andate alle periferie, lo troverete lì. Dio è sempre fedele, è creativo.
Ma, per favore, non si capisce un catechista che non sia creativo. E la
creatività è come la colonna dell’essere catechista. Dio è creativo,
non è chiuso, e per questo non è mai rigido.»