Nascosti nelle navi, migliaia di migranti, per lo più provenienti da Afghanistan e Siria, cercano di raggiungere l’Italia dalla Grecia. Brindisi, Bari, Ancona e Venezia sono i porti d’arrivo delle navi greche ma la maggior parte dei migranti viene scoperta e rimandata indietro. Indietro dove? In Grecia, cioè nel Paese da dove sono partiti, e quasi sempre con la stessa nave utilizzata per la partenza. Questo in base a un trattato bilaterale tra Italia e Grecia, un accordo di “riammissione”.
Tutto questo avviene in modo corretto? Se lo è chiesto Medu, Medici per i diritti umani, organizzazione umanitaria e di solidarietà internazionale senza fini di lucro, che ha indagato nei due Paesi tra aprile e settembre di quest’anno, per poi presentare un rapporto sulle riammissioni dai porti italiani alla Grecia e sulle violazioni dei diritti fondamentali dei migranti.
Il rapporto, denominato “Porti insicuri”, presenta un quadro allarmante: Medu ha ascoltato la testimonianza di diretta di 66 migranti, in maggioranza provenienti da Afghanistan e Siria.
Alcuni di loro sono stati respinti più volte, così la documentazione, pur corrispondendo a 66 persone, valuta 102 riammissioni, di cui 45 verificatesi quest’anno. In 8 casi su 10 i migranti hanno dichiarato di aver cercato invano di comunicare alle autorità italiane la volontà di chiedere protezione internazionale o di voler rimanere nel nostro Paese, per timore di cosa sarebbe potuto accadere loro in caso di ritorno.
Inoltre, vi sono casi di riammissione per dei minorenni non accompagnanti. In tutto, 26 casi, ma solo in quattro di questi sono state effettuate le procedure per l’accertamento del’età. L’accertamento, peraltro, avviene attraverso la radiografia del polso, che ha uno scarto di due anni di precisione e che, quindi, non garantisce l’età reale della persona.
Tutto ciò, afferma Medu, fa sì che si possa parlare di violazione sistematica di alcuni principi basilari sanciti dal diritto interno e internazionale. Dai racconti dei migranti, inoltre, emerge anche che il diritto all’informazione, alla presenza di un interprete, all’orientamento legale e alle adeguate procedure d’accertamento dell’età dei minorenni sono stati totalmente “dimenticati”.
Alla luce del rapporto, Medu ha chiesto al Governo «che cessino immediatamente le riammissioni sommarie verso la Grecia e che ai migranti che giungono ai valichi di frontiera adriatici venga assicurato un reale accesso al territorio nazionale e alla protezione».
Al rapporto hanno collaborato anche l’Asgi, Associazione per gli studi giuridici per l’immigrazione, e ZaLab, casa di produzione di documentari “in contesti interculturali e in situazioni di marginalità geografica e sociale”. Tra i lavori portati a termine, anche quello che potete vedere qui sopra, testimonianza diretta di chi ha creduto di poter partire dalla Grecia per arrivare in Italia e invece è stato rimandato indietro, nuovamente in Grecia.