Partita da Pratica di Mare, la Madonna di Loreto era giunta al 37º Stormo di Trapani martedì 7 gennaio. Giovedì 6 febbraio è volata a Lampedusa, porta di un'Europa spesso matrigna scontrosa per tanta gente che cerca scampo da povertà, persecuzioni e guerre. Si tratta delle prime tappe della visita itinerante dell'effige sacra nei reparti dell'Aeronautica militare, una delle iniziative organizzate per l'anno giubilare concesso da papa Francesco nel centenario della proclamazione della Beata Vergine di Loreto, patrona degli aeronauti.
Partecipano al pellegrinaggio il generale Alberto Rosso, Capo di Statio maggiore dell'Aeronautica militare, il cardinale Francesco Montenegro, arcivescovo di Agrigento, e monsignor Santo Marcianò, Ordinario militare perr l'Italia che al microfono di Luciano Regolo, condirettore di Famiglia Cristiana e Maria con te ha spiegato il significato della visita.
«L’Aeronautica militare ha voluto fare tappa con l’effige della Madonna a Lampedusa: una tappa significativa per la Forza armata, ma anche per l’isola e per l’Italia intera», ha detto l'Ordinario. «La Madonna pellegrina è madre, conosce i suoi figli, li ama e non fa distinzioni di razze e di colori. Appunto per questo è madre accogliente. L’Aeronautica militare ha voluto fare tappa a Lampedusa per sottolineare il valore urgente, attuale dell’accoglienza. Si è cristiani e si è militari nella misura in cui si accoglie, riconoscendo nell’altro un fratello, una persona con la dignità di essere umano e di figlio di Dio. Sento il bisogno di ringraziare questa Forza armata e in particolare il suo comandante, il generale Alberto Rosso, uomo di grande spessore umano, culturale, professionale e direi cristiano. È lui che ha permesso tutto questo ed è lui che con questo spessore vuole lanciare un messaggio all’Italia tutta, che è quello dei riconoscimento dell’altro come fratello in una fraternità universale, questo grazie a Maria e per mezzo di Lei, patrona dell’Aeronautica militare».
«Non si può accettare che in queste magnifiche acque desiderate dai turisti siano morti 60.000 migranti, facendolo diventare cimitero liquido», ha aggiunto dal canto suo l’arcivescovo di Agrigento, cardinale Francesco Montenegro. «Essere cristiani – ha detto il porporato – è acquisire lo stile del Maestro Gesù, avere cioè la sua stessa attenzione per i poveri, gli ammalati, gli esclusi e la sua capacità di stare accanto agli ultimi perché scoprano di essere i primi davanti a Dio. Questo compito riguarda tutti i battezzati, anche voi che portate una divisa che vi fa onore e che onorate col vostro servizio; tutti siamo chiamati dal Risorto a portare, là dove operiamo, la notizia della possibilità di una buona vita».
«Gesù – ha proseguito l’arcivescovo di Agrigento – ci chiede di annunciare, testimoniare, farci vicini agli altri; essere cristiani non è avere addosso il bollino blu della fede, ma è mettersi in gioco, avere il coraggio di andare controcorrente, pur sapendo che lo stile di vita proposto dal Vangelo non sempre e non da tutti è accettato. Non si tratta di essere dei superman o dei ‘Mastro Lindo’ – ha precisato – ma di raccontare con i gesti più che con le parole, che l’amore si è fatto carne e può riempire di significato ogni vita umana. Vivere da cristiani per noi non è un dovere ma, come ci ha ricordato Papa Francesco, è una gioia. Se il Vangelo è gioia, vivere e portare il Vangelo è fonte di gioia». Per far ciò, ha rimarcato il cardinale Montenegro, «non può essere sufficiente una fede da supermercato, da prendi tre e paghi due, light, a basse calorie, inodore, incolore, insapore, né liscia o gassata ma frizzante naturale. Quella che fa sentire le bollicine nel naso. Una fede senza bollicine può essere tutto ma non è fede. La fede è sale, fuoco, è credere che l’impossibile può essere possibile».
«Voi potete comprenderlo meglio di tanti altri – ha affermato infine il cardinale Montenegro rivolgendosi agli aviatori presenti – perché non vi accontentate di guardare il cielo, ma ci andate. Non siete campioni da video giochi, ma uomini che sanno osare e sfidare. Voi siete abituati a volare alto. Che nella vita quotidiana sappiate essere gli uomini dell’oltre, dell’alto, capaci di credere e far credere che al di sopra delle nuvole il sole continua a brillare. Siate campioni nella vita, così come dimostrate di esserlo quando guidate i vostri aerei».