La violenza invisibile contro i minori

"Soltanto perché non riesci a vedere la violenza contro i bambini, questo non significa che essa non esiste". Così l'attore nordirlandese Liam Neeson, ambasciatore Unicef, conclude il video di presentazione di #EndViolence Against Children, campagna di sensibilizzazione e mobilitazione lanciata perché il problema delle violenze sui minori nel mondo, di qualsiasi genere e forma, sia affrontato con risposte condivise ed efficaci.

Il video è una carrellata di immagini crude, ma evocative al tempo stesso delle molteplici forme attraverso le quali si manifesta la violenza contro i minori. Si comincia in un cortile buio e sporco, non c'è nessuno. La voce fuori campo di Neeson dice: "Questa è una ragazza di 15 anni, vittima di una violenza di gruppo". Si passa in un'aula scolastica, anch'essa vuota. "Questo è un insegnante che colpisce uno studente che disturbava. Il resto della classe osserva". E poi una cucina vuota, una sedia del tavolo è ribaltata e, in primo piano, un bicchiere rotto sul pavimento. "Questa è una madre che picchia la figlia per aver rotto un bicchiere".

Segue un vicolo di una qualsiasi grande città asiatica. Non c'è traccia di anima viva, ma si intravede un giaciglio di fortuna con un malconcio orso pelouche accanto. "Questa bambina vive per strada, perché la sua famiglia l'ha cacciata di casa". Infine la camera da letto di un adolescente, il computer è acceso e ci sono pillole sparse su un tavolo. "Qui il bullismo on line spinge un ragazzo oltre il limite".

"Rendi visibile l'invisibile", conclude Neeson. "Aiutaci a far scomparire la violenza contro i minori".