Sta per finire anche l’odissea della Ocean Viking, la nave di Medici senza Frontiere (Msf) e Sos Mediterranee con 356 naufraghi a bordo che da due settimane chiedeva l’approdo a un porto sicuro. La stessa Msf comunica che Malta ha concesso lo sbarco ai migranti e che un gruppo di Paesi europei si è fatto carico dell’accoglienza.
Tuttavia, sottoliea Jay Berger, coordinatore MSF sulla Ocean Viking, «i governi europei devono porre definitivamente fine a questi stalli prolungati e a queste meschine negoziazioni caso per caso, per instaurare come priorità urgente un meccanismo di sbarco predeterminato per portare in salvo le persone soccorse in mare». «Erano davvero necessarie due settimane di esacerbante attesa per sbarcare questi naufraghi?», aggiunge Berger.
«Sono persone che sono fuggite da condizioni disperate nei loro paesi d’origine e hanno sofferto orribili abusi in Libia», racconta il dottor Luca Pigozzi, medico della Ong a bordo della nave. «Abbiamo trattato feriti di guerra rimasti intrappolati sulla linea del fronte a Tripoli e abbiamo visto le cicatrici di chi ha vissuto il tragico attacco nel centro di detenzione di Tajoura. Abbiamo parlato con i sopravvissuti di naufragi e intercettazioni in mare. Abbiamo ascoltato storie di brutali percosse, elettroshock, torture con plastica fusa e violenze sessuali, orrori che non hanno risparmiato nemmeno i bambini. Gli Stati europei devono riconsiderare seriamente il ruolo che stanno giocando nell’intrappolare le persone in queste situazioni».
Il comunicato di Medici senza frontiere fa notare che “nonostante i ripetuti appelli per una risposta europea più umana, da quando l’Italia ha deciso di chiudere i propri porti alle navi umanitarie nel giugno 2018, in queste due settimane ci siamo trovati nella stessa identica situazione di un anno fa, bloccati in mare con centinaia di persone vulnerabili a bordo mentre gli Stati europei erano paralizzati dalla politica“. «È molto triste», dice la presidente Claudia Lodesani, «che dobbiamo ripetere lo stesso messaggio ai leader europei, ogni volta sempre identico. Non possono più dire di non sapere della catastrofe in corso nel Mediterraneo. Dopo centinaia di morti in mare e innumerevoli storie di sofferenza, è ora che i leader europei riconoscano questo disastro umanitario e intraprendano soluzioni più umane».
L’Ong internazionale rinnova il suo appello all’Europa: chiede di istituire un meccanismo di sbarco sostenibile e predeterminato che tuteli i diritti dei sopravvissuti e coinvolga un sistema di protezione condiviso a livello europeo; che ponga fine al supporto politico e materiale ai ritorni forzati in Libia, dove rifugiati e migranti vengono detenuti in modo arbitrario e disumano; che si risponda al bisogno urgente di una capacità di ricerca e soccorso europea proattiva e adeguata; che si metta la parola fine alle azioni punitive contro le organizzazioni che cercano di offrire assistenza salvavita in mare per colmare il vuoto lasciato dai governi.
Msf e Sos Mediterranee hanno annunciato che appena sbarcati i naufraghi e effettuati il cambio di equipaggio e i rifornimenti di scorte e carburante la Ocean Viking riprenderà il mare: «Finché le persone continuano a fuggire dalla Libia e annegare nel Mediterraneo, continuiamo il nostro impegno nel salvare vite in mare», conclude Jay Berger.