Il fascino di Matera è quello della materia ancestrale: il tufo bianco delle facciate delle case nasconde l’entrata di stanze scavate nella roccia e abitate sin dalla preistoria, che fanno di Matera una delle tre città più antiche del mondo. Il film documentario indaga l’epoca dei monasteri, il momento del degrado che subì al pari di Roma, il progresso dell’acqua corrente che conobbe prima di Parigi e Firenze. Nonostante il passato ricchissimo, Matera non è piegata su se stessa ma vive un momento di pieno fermento: si parla di recupero architettonico e di rilancio economico e culturale, di rete 5G e di nuove frontiere per il turismo consapevole. È questa dicotomia a renderla unica e curiosa.
La sua è una storia di un rinascimento. O meglio, di una resurrezione. Quelle abitazioni nella grotta, talvolta senza finestre, stanze buie e umide in cui uomini e animali condividevano lo spazio vitale, sono state svuotate a forza nel 1952, quando lo Stato Italiano ha deciso di scacciare e trasferire, in quartieri nuovi, gli abitanti dei Sassi, che vivevano in condizioni di povertà e malasanità estrema, quasi da terzo mondo, emblema dell’arretratezza incredibile del meridione. Sono stati proprio quegli antri primordiali e disabitati a diventare chiave di volta della redenzione della città: nel corso degli anni, i discendenti dei loro abitanti sono tornati a riabitarli con caparbietà, chi per necessità, chi per il desiderio di riscattare le proprie origini. Gli edifici dei Sassi, così, sono diventati seconde case, laboratori, negozi, alberghi di lusso in cui si può rivivere l’atmosfera dei tempi passati.
Da “vergogna d’Italia” – come la definì Togliatti – ora Matera è Patrimonio UNESCO dell’Umanità. È diventata meta prediletta del turismo culturale, un luogo di cortocircuiti creativi che richiama visitatori da tutto il mondo, e che è stato designato Capitale della Cultura Europea 2019.
Matera è una città viva e forte, che ha saputo reinventarsi e proiettarsi al futuro. Il nostro film ne racconta il percorso, in una narrazione corale che passa dai volti e dalle parole dei suoi abitanti. Nelle loro testimonianze leggeremo l’eredità di una civiltà contadina che è tornata a reclamare attenzione affinché i suoi valori possano essere tramandati e diventare il cardine dell’economia e della rinascita del territorio.