Oltre 40 associazioni e organizzazioni del mondo cattolico e dei movimenti ecumenici e non violenti hanno unito la loro voce a quella di papa Francesco per chiedere un impegno concreto nella ricerca della pace. La guerra in Ucraina incentiva ogni giorno di più la corsa agli armamenti e spalanca lo scenario ad un disastro nucleare. L’Italia non ha firmato il trattato Onu del 2017 sulla messa al bando delle armi atomiche e si appresta a ricevere sul suo territorio le nuove testate B61-12. «È venuto il tempo di mettere in discussione ogni tipo di dottrina che asseconda tali scelte e capire come agire oltre i proclami», hanno detto i partecipanti: «Affidarsi esclusivamente alla logica delle armi rappresenta il fallimento della politica».
Don Sacco ricorda il percorso fin qui fatto. «Ci sono 13.080 testate atomiche nel mondo, 6.255 appartengono alla Russia, 5.550 sono custodite negli arsenali Usa, 350 sono in Cina, le rimanenti in mano a una manciata di altri Paesi. Il Trattato per la messa al bando delle armi nucleari è il primo accordo internazionale legalmente vincolante per la completa proibizione delle testate atomiche: le rende illegali all'interno di in un percorso verso la loro completa eliminazione. È stato adottato da una conferenza delle Nazioni Unite il 7 luglio 2017. Ad oggi risultano averlo firmato 92 Stati, 68 dei quali l'hanno pure ratificato facendolo diventare parte integrante del loro ordinamento giuridico. Mancano all'appello potenze medio grandi come la Russia, gli Usa, la Cina, l'India, il Pakistan, Israele: anche Regno Unito, Francia, Spagna, Germania e Italia non hanno aderito».