Siamo stati con Caritas alla frontiera di Palanca. Qui, nel Sud della Moldavia, arrivano soprattutto ucraini in fuga dalle regioni meridionali, come Odessa, Mykolaïv, Kherson. Un flusso ordinato, tranquillo, ma costante, inarrestabile. La polizia di frontiera ora è molto organizzata e le pratiche per l'ingresso si sbrigano in modo più rapido e snello. L'emergenza è passata, anche se la situazione resta altalenante. Da qui si guarda con apprensione a Odessa: se la città sul Mar Nero dovesse cadere in mano alle forze russe, da lì si scatenerebbe un nuovo esodo di massa. Dall'Ucraina arrivano tante famiglie con bambini, molti portano i loro animali domestici. Ad attenderli, gli autobus dell'Unhcr che li trasportano al vicino centro di smistamento: l'hub dove operano varie organizzazioni, come Unicef, Intersos e Oim (Organizzazione internazionale per le migrazioni). Ma il flusso, in realtà, è in entrambe le direzioni: tanti entrano in Moldavia, ma tanti sono gli ucraini che da qui ripartono per tornare a casa. Carlotta Sami dell'Unhcr, in visita a Palanca, ci ha raccontato l'esodo e le problematiche della prima accoglienza.