Dai post it alla lite Bindi-Serracchiani, in scena la Leopolda di governo
26/10/2014
Mentre a Roma sfila la Cgil insieme a
una parte del Pd e Sel per protestare contro il jobs act e le
politiche sul lavoro del governo, alla Leopolda di Firenze va in
scena la fortunata kermesse renziana, la prima da quando il suo
inventore è a Palazzo Chigi. Ed è difficile vedere e capire chi, o
che cosa, tenga insieme queste due “piazze” della sinistra
italiana. A Firenze c'è il finanziere Serra che dice che lo sciopero
non è un diritto ma un costo e invoca un jobs act ancora «più
duro». Poi sfilano gli alfieri del made in Italy, da Bertelli a
Farinetti al re del cashmere Brunello Cucinelli. Da Roma Epifani, ex
segretario della Cgil, chiosa: «Ho scelto Roma, non ce la faccio ad
andare alla Leopolda, che comunque considero interessante. Il
problema è come il Pd possa tenerla insieme con una piazza in cui la
maggioranza l’ha votato».
Renzi, a fine serata ribatte: «Quando
ci sono manifestazioni come queste non c'è da dire nulla ma
ascoltare una piazza bella, importante. Ci confronteremo, ma poi
andremo avanti, non è pensabile che una piazza blocchi paese. Sono
due anime diverse ma rispettabili un grande partito ha il dovere di
avere opinioni diverse. Io sono stata minoranza e non sono scappato e
poi quando ho vinto il congresso le parti si sono invertite».
«Penso che più imbarazzante della
contro manifestazione della Leopolda non ci sia niente», ha detto
Rosy Bindi, presente
al corteo del sindacato che ha nche polemizzato in diretta su Sky con
Debora Serracchiani alla quale ha detto che «è chiaro che con la
Leopolda si vuole fare un altro partito» perché «la dirigenza
composta dal segretario, da due vicesegretari e da mezzo governo
sceglie di discutere di futuro ad una manifestazione finanziata da
imprenditori e finanzieri dove il simbolo del Pd neppure compare»