Giornata del rifugiato, Unhcr: “Casa dolce casa” per i profughi
20/06/2015Si chiama “Casa dolce casa” la campagna di sensibilizzazione e raccolta fondi lanciata dall'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati. Fino al 28 giugno si può contribuire, donando 2 o 5 euro, con un sms al 45507. L'iniziativa avrà il suo apice il 20 giugno, Giornata mondiale del rifugiato, quando a Firenze, all'Ippodromo del Visarno, ci sarà un maxi concerto-evento. Si alterneranno momenti di intrattenimento, riflessione e musica, con la chitarra “Mare di mezzo”, realizzata con il legno di un barcone naufragato a Lampedusa, che suonerà per ricordare le vittime del Canale di Sicilia.
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Simbolo del concerto, una chitarra realizzata da un liutaio di Cortona con il legno di un barcone naufragato a Lampedusa, che suonerà per la prima volta in occasione di “World Refugee Day Live” per ricordare le vittime delle tragedie nel Canale di Sicilia di ottobre 2014 e aprile 2015.
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Centrafrica. Con quasi 3 milioni di persone in urgente attesa di aiuti umanitari, la Repubblica Centrafricana sta diventando tra le più grandi crisi dimenticate del nostro tempo.
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Mohammed ha 13 anni e ama le case. A casa sua, ad Aleppo, faceva spesso lunghe passeggiate per la città per poterne ammirare le facciate. Oggi, la maggior parte dei suoi palazzi preferiti non c’è più. Mohammed giace in un letto d’ospedale e si chiede se riuscirà mai a realizzare il suo sogno di diventare architetto. “La cosa più strana della guerra è che ti abitui a essere spaventato. Non lo avrei mai creduto”, dice Mohammed.
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Iraq. Sherine è una donna yazidi che nel gennaio 2015 ha pubblicato un libro che racconta i suoi 5 mesi di prigionia. “Alcune ragazze si lanciavano dalla montagna per evitare di essere rapite e violentate”, mormora. “Ho cercato di suicidarmi anch'io un paio di volte”. Le sue labbra tremano al ricordo di quello che hanno vissuto i suoi figli. “Mia figlia, che ha 18 anni, è stata presa una settimana dopo che ci hanno imprigionate a Mosul. Non riesco a pensare a cosa stia passando".
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Riyadh, Ahmed e Khalid sono nati da genitori rifugiati siriani il giorno di Capodanno. Il nome della loro madre, Amal, significa “speranza”. Ma dopo aver dato alla luce i tre gemelli, ha avuto gravi emorragie. I medici hanno cercato invano di salvarle la vita. Lei aveva già dato i nomi ai figli prima ancora che nascessero e si era raccomandata al marito Saleh di prendersi cura di loro nel caso in cui le fosse successo qualcosa: la madre di Amal era morta nello stesso modo.
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Taman ha cinque anni ed è spaventata del suo cuscino. Piange tutte le notti. I raid a Homs, la sua città, sono quasi sempre la notte e, nonostante ormai viva lontano da casa da circa due anni, non ha ancora capito che è al sicuro e che non è il cuscino a essere pericoloso.
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In Siria, Paese entrato da poco nel quinto anno di guerra, circa 12 milioni di persone necessitano di aiuti umanitari e 5,6 milioni subiscono le terribili conseguenze del conflitto. In Iraq 3 milioni di persone sono fuggite esauste e traumatizzate dalla violenza dei terroristi.
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Le crisi umanitarie stanno generando livelli record di migrazioni forzate causate da guerre e conflitti e hanno alimentato il forte aumento del numero di rifugiati che tentano di entrare in Europa attraverso una delle poche vie rimaste accessibili: le traversate in mare.
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«Per molti di noi la casa è una certezza ed è spesso sinonimo di calore e affetto. Senza avere alcuna colpa, invece, i rifugiati si ritrovano a perdere tutto ciò per cui hanno lavorato tutta la vita, la casa e tutte le sicurezze. È proprio a loro che dedichiamo questa campagna. Tutti possono contribuire, donando al 45507». Carlotta Sami, portavoce dell’Unhcr.
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La campagna “Casa dolce Casa” si propone di accendere i riflettori su quattro fra le piu’ gravi crisi umanitarie degli ultimi decenni: Siria, Iraq, Repubblica Centrafricana e Sud Sudan.
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La guerra e la violenza hanno costretto 50 milioni di persone a lasciare la propria casa. Numeri drammatici e senza precedenti dalla Seconda Guerra Mondiale. Ai rifugiati e agli sfollati che non hanno più un posto sicuro dove stare è dedicata la campagna di comunicazione e raccolta fondi “Casa Dolce Casa” che l’Unhcr lancia in occasione della Giornata Mondiale del Rifugiato.
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Suleimane e sua moglie Hasna, hanno evitato la tragedia per un pelo. La loro tenda è crollata durante la notte: all’interno giacevano i loro 13 figli. Hasna, che era fuggita da Damasco due anni fa con la famiglia, trema ancora al ricordo: «Il vento era troppo forte e i bambini erano spaventati», dice con voce rotta. «Quando la tenda è crollata, abbiamo cercato riparo dai vicini, ma non siamo riusciti a salvare le nostre cose».
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Nel mese di settembre, Mohammed, sua moglie (a quei tempi incinta del figlio più giovane) e i loro due figli sono stati costretti a fuggire. Appartengono a quel gruppo di rifugiati che si sono recati in Turchia dall’inizio della crisi siriana cominciata oltre 4 anni fa. La famiglia di Mohammed vive in una piccola casa di due stanze con un tetto di paglia le pareti fatte di fango ed erba secca, a Saygin, a 10 km dal confine siriano. In attesa di poter tornare a casa.
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Obiettivo dell’iniziativa "Casa dolce casa" è di accendere i riflettori sulla condizione vissuta da oltre 50 milioni di persone costrette ad abbandonare le proprie case per fuggire dalla guerra, in particolare sulle emergenze in corso in Siria, Iraq, Repubblica Centroafricana e Sud Sudan. Fino al 28 giugno si può contribuire alla campagna con un sms al 45507.
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Francesco Pannofino, testimonial della campagna Unhcr. Nel corso degli ultimi 14 mesi, la violenza in Sud Sudan ha provocato l’esodo di più di 2 milioni di persone. Più del 60% di loro sono donne e bambini.
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Per la Giornata Mondiale del Rifugiato l’Unhcr organizza un maxi concerto-evento, dal titolo “World Refugee Day Live”, che si terrà a Firenze all'Ippodromo del Visarno. Il concerto sarà condotto dall’attore Francesco Pannofino e dalla giornalista Valentina Petrini. Si esibiranno, tra gli altri: Elisa, Bandabardò, Enrico Ruggeri, Virginiana Miller, Jaka Djset, Cecco e Cipo, Didiodato, Dimartino, Piero Pelù. Con l’acquisto di un biglietto si garantirà acqua per un mese a un rifugiato.
«Il mio futuro è nelle mani degli altri»: oggi Houda, siriana, da un centro di accoglienza guarda i suoi figli giocare. Ma soltanto qualche mese fa scappava da Damasco con tutta la famiglia. Sherine è una donna yazidi che è stata prigioniera per cinque mesi dell'Isis a Mosul, in Iraq: «Alcune ragazze si lanciavano dalla montagna per evitare di essere rapite e violentate. Mia figlia, che ha 18 anni, è stata presa. Non riesco ad immaginare cosa possano averle fatto».
«Due giorni dopo il nostro arrivo qui, uno dei miei figli è morto. Il secondo, tre giorni dopo. Non sappiamo perché. Avevano perso peso. Erano pallidi», racconta Natacha, fuggita dalla Repubblica Centrafricana. «La cosa più strana della guerra è che ti abitui a essere spaventato», dice dal suo letto di ospedale il tredicenne Mohammed. Taman, cinque anni, viene da Homs in Siria. Piange tutte le notti, perché non ha ancora capito che adesso è al sicuro.
Si potrebbe continuare a lungo a raccontare storie. Di famiglie separate, di fratelli colpiti da proiettili, di genitori rimasti sotto le macerie delle esplosioni, di amici “sepolti” dalle acque del Mediterraneo, di ferite fisiche e dell'anima. Houda, Sherine, Natacha, Mohammed, Taman... e tanti altri, 50 milioni di persone costrette a lasciare la propria casa.
«A tutti loro dedichiamo questa iniziativa», afferma Carlotta Sami, portavoce dell'Unhcr, «che ci permette di fornire a migliaia di rifugiati e di sfollati una tenda, un kit di pentole e una tanica per l'acqua, oggetti essenziali in una situazione di emergenza».
Qualche dato
Nel 2014, circa 219 mila persone hanno attraversato il Mediterraneo a bordo di imbarcazioni gestite dai trafficanti. Il 50% erano rifugiati, in fuga da guerre e persecuzioni. Oltre 3.500 non sono mai arrivati a destinazione.
Nel 2015, finora 80.500 persone hanno intrapreso la traversata e 1.800 hanno perso la vita. La maggior parte dei migranti scappano da Siria, Iraq, Centrafrica e Sud Sudan, dove sono in corso le più gravi crisi umanitarie degli ultimi decenni.
Il numero di rifugiati accolti dall'Italia rimane modesto, se comparato a quello di altri Paesi in Europa e nel mondo. In media, infatti, l'Italia accoglie 1 rifugiato ogni 1.000 persone, ben al di sotto della Svezia (più di 11 rifugiati ogni 1.000) e della Francia (3,5 ogni 1.000). In Medio Oriente, il Libano, al confine con la Siria, accoglie circa 1,2 milioni di rifugiati, un quarto della popolazione.
Romina Gobbo