

























Il progetto utilizza la Terapia narrativa NET (Narrative Exposure Therapy), uno strumento psicoterapeutico che aiuta a rielaborare i traumi vissuti e a ricostruire un senso di identità e dignità. I sassi, i fiori e le candele scelti dai partecipanti diventano metafore della memoria, del dolore, ma anche della resilienza: un fiore per ciò che resta da custodire, un sasso per ciò che vorremmo dimenticare, una candela per chi abbiamo amato e perso.
Attraverso questa esperienza artistica, i partecipanti tornano protagonisti della propria storia, riscoprendo la bellezza e la forza che sopravvivono anche alle esperienze più estreme. Il lavoro è realizzato nel contesto del progetto di MSF a Palermo, dedicato all’assistenza e alla riabilitazione di migranti sopravvissuti a torture e violenze intenzionali. Grazie alla collaborazione con l’Azienda Ospedaliera Universitaria Policlinico “Paolo Giaccone”, l’Università degli Studi di Palermo, il Dipartimento PROMISE e la Clinica Legale per i Diritti Umani (CLEDU), MSF offre un ambulatorio interdisciplinare che fornisce supporto medico, psicologico, sociale e legale, accompagnato sempre dalla mediazione interculturale, a pazienti provenienti da oltre venti paesi.
«È con gioia che presento questo progetto multimediale che celebra la resilienza della vita anche nei momenti più bui e che vuole essere un tributo alla memoria e alla speranza, un invito a ricostruire e a trovare serenità anche quando tutto sembra perduto», dichiara la fotografa Valentina Tamborra, «"Restano i fiori” non è solo una mostra: è un invito a guardare, ascoltare e comprendere. La videoinstallazione, curata e realizzata con Diego Ronzio, inoltre, valorizza ulteriormente gli elementi di bellezza e forza che continuano a esistere, nonostante tutto».
