

Il centro è diventato la “città della democrazia” mentre le varie piazze hanno cambiato nome. Ponterosso è diventato il quartiere “dove abbracciare”, la zona tra piazza Verdi, piazza della Borsa e piazza Unità d’Italia costituisce il “quartiere dove costruire”, Cavana il “quartiere dove sognare”, la zona di piazza Hortis il “quartiere dove pensare” e la zona del Museo Revoltella e del Museo Sartorio il “quartiere dove crescere”. In ogni “quartiere” ci sono gli stand di associazioni di volontariato, diocesi, ordini religiosi, associazioni, Università, case editrici. Lungo il Canal Grande, davanti alla chiesa di san’Antonio, c’è un campo da baskin, «il primo sport veramente inclusivo, dove persone con vari tipi di disabilità, donne e persone dai 14 ai 79 anni possono giocare insieme», come spiega la consigliera nazionale dell’Eisi (Ente italiano sport inclusivi).


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I "Villaggi delle buone pratiche" alla Settimana sociale di Trieste
