Negli Stati Uniti l’immagine più bersagliata è quella di Cristoforo Colombo (1451-1506). Nel Norh End, la storica Little Italy di Boston, la statua che raffigura il navigatore genovese, apripista della colonizzazione europea nelle Americhe, è stata decapitata durante le proteste per la morte di George Floyd a Minneapolis. Vandalizzata anche la statua eretta a Houston, in Texas. E pure a New York non sono mancate le richieste di rimozione dell’effigie a Columbus Circle, alla quale il governatore Andrew Cuomo (italoamericano) ha detto no.
Ad Atlanta, in Georgia - la città del film oggi contestatissimo Via col vento - è stata presa di mira la statua che commera il Confederate Dead, il monumento al soldato caduto della Confederazione dei sette Stati del Sud, la cui formazione portò allo scoppio della guerra di Secessione americana (1861-1865), che oppose sudisti e nordisti e portò, con la vittoria del Nord, all’abolizione della schiavitù negli Usa. E sempre ad Atlanta, le proteste si sono abbattute anche sulla raffigurazione di un personaggio locale, Henry Grady (1850-1889), giornalista che, dopo la Guerra civile, teorizzò la rinascita del Sud attraverso la “supremazia bianca”, affermando cioè che i bianchi avrebbero dovuto mantenere il potere sui neri diventati liberi.
In Belgio la rabbia iconoclasta si è abbattuta sul re Leopoldo II (1835-1909), tristemente ricordato per la sua responsabilità nella sanguinosa campagna di colonizzazione in Africa che portò l’attuale Repubblica democratica del Congo ad essere depredata delle sue risorse e a subìre un aberrante massacro. A Bristol, in Gran Bretagna, la statua in bronzo di Edward Colston (1636-1721), eretta lungo la via a lui intitolata, è stata divelta e buttate nelle acque del porto. Originario di Bristol, Colston fu un ricco mercante e politico che partecipò al commercio degli schavi. A Londra è stata rimossa la statua di Robert Milligan (1746-1809), commerciante, armatore e proprietario di schiavi scozzese. A Leeds l'effigie della regina Vittoria (1819-1901) è stata ricoperta di scritte. A Oxford i manifestanti hanno chiesto la rimozione della statua di Cecil Rhodes (1853-1902), imprenditore, politico e colonialista. A Poole anche la statua di Robert Baden-Powell (1857-1941), il fondatore dello scoutismo, è è diventata bersaglio di forti critiche e richieste di rimozione: secondo alcuni storici averebbe avuto simpatie naziste e sarebbero stato omofobo. L’effigie è stata così temporaneamente rimosso dal molo della cittadina britannica dove nel 1907 si tenne il primo campo scout del mondo.