Lo Zecchino d’Oro nasce nel 1959 da un’idea di Cino Tortorella o Mago Zurlì, com’era conosciuto nell’ambito della Tv dei ragazzi grazie al programma “Zurlì, il mago del giovedì”. Quell’anno il “Salone del Bambino” di Milano si ispirava alla fiaba di “Pinocchio” di Collodi, così Cino Tortorella pensò a un varietà che potesse avere l’aspetto di una rassegna di canzoni, simile al Festival di Sanremo, ma per i più piccoli: una gara di canzoni nuove per bambini, cantate dai bambini, votate dai bambini, presentate in televisione. Nel titolo il riferimento alla favola collodiana: lo Zecchino d’Oro, ovvero il nome delle monete che Mangiafuoco diede a Pinocchio cosicché potesse portarle al suo babbo.
La prima giornata della prima edizione dello Zecchino d’Oro si svolse il 24 settembre del 1959 e la manifestazione durò per tre giorni, poche settimane dopo l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite promulgava la “Dichiarazione dei Diritti del Bambino”. Per i primi due anni la rassegna tenne la sua sede alla Fiera di Milano, con una struttura ben lontana da quella attuale. Il primo passo verso la forma conosciuta dello Zecchino d’Oro avvenne nel 1961, quando Cino portò la trasmissione nella sua casa attuale, l’Antoniano di Bologna. La rassegna aveva avuto un successo enorme, per questo Tortorella pensò che era arrivato il momento di farla diventare ancora più grande e affidarla a un ente che aveva tra i suoi scopi proprio quello di favorire tutte le iniziative pedagogiche e formative per la gioventù e l’infanzia: l’Antoniano di Bologna.
I frati discussero la proposta portata da Cino Tortorella e optarono per il sì, da allora lo Zecchino d’Oro viene organizzato all’Antoniano. Ed è proprio qui che Cino Tortorella conobbe, tra gli altri, Maria Rachele Ventre detta “Mariele”, una delle figure più importanti della storia della trasmissione fin da subito. Mariele era una ragazzina di Bologna a cui venne affidata la preparazione dei piccoli cantanti delle prime edizioni, e loro rimasero così legati a Mariele e all’Antoniano che iniziarono a ritrovarsi per cantare insieme una volta ogni tanto. Così da quel primo gruppetto nel 1963 nacque il Piccolo Coro dell’Antoniano, a lei dedicato dopo la sua scomparsa (1995).
La coppia Cino-Mariele, con il sostegno dell’Antoniano, ha fatto crescere e maturare lo Zecchino d’Oro che negli anni ha mostrato e conservato un impegno sempre più specifico nei confronti dell’infanzia, anche attraverso canzoni che da semplici filastrocche diventano strumenti per affrontare tematiche sociali ed educative. Divennero noti successi come “Volevo un gatto nero”, “Popoff”, “Il pulcino ballerino”, “Quarantaquattro gatti”, “Non lo faccio più” e pian piano la manifestazione entrò nelle case degli italiani, attraverso la televisione, come parte integrante del patrimonio culturale nazionale.
Quando, nel 1976, il concorso apre i propri orizzonti alle canzoni internazionali, i temi più importanti sono sempre più al centro delle canzoni portate da ogni parte del mondo, ne sono un esempio “Mamma tutto” (Francia), “L’amico mio più amico (Senegal)”, “Mille voci, una voce” (URSS). Da allora le canzoni straniere hanno rappresentato ben 94 Paesi del mondo, raccontando culture provenienti da ogni continente. Oltre ai contenuti, nel tempo sono cambiate anche le sonorità, i ritmi, gli strumenti che richiamano mondi lontani tutti da scoprire.
La forza dello Zecchino d’Oro è stata negli anni quella di saper cogliere una sfida più importante del successo di numeri e pubblico: restare al passo coi tempi e cantare ideali alti - pace, libertà, uguaglianza, solidarietà - con le parole dei bambini senza pretendere di lanciare messaggi. Nel 1989 cadeva il Muro di Berlino e forse non è un caso se già l'anno prima vinse lo Zecchino d'Oro una canzone in cui cani e gatti diventano amici perché… “chi l'ha detto che non si può?”. E non è forse un caso se durante la Guerra Fredda, mentre Unione Sovietica e Stati Uniti boicottavano a vicenda le Olimpiadi, lo Zecchino d'Oro divenne una festa capace di unire tutti: bambini americani e bambini russi, bulgari, cechi, ungheresi o polacchi. E nel tempo il legame con l'attualità del proprio tempo si fece sempre più forte: nei testi delle canzoni, anno dopo anno, fecero il loro ingresso il computer e il web e la tematica ecologica diventa sempre più presente; si celebra la fine dell'apartheid in Sud Africa; si canta di immigrazione, legalità e lavoro minorile; tra i generi musicali, arriva anche il rap.
Nel 1991 nacque il “Fiore della Solidarietà”: a ciascuna edizione dello Zecchino d’Oro viene abbinato un progetto per portare speranza in luoghi dove non ce n'è, per portare futuro a chi crede di non averne. Con il contributo dei telespettatori, i valori di pace e aiuto reciproco divennero mattoni per costruire case d'accoglienza, scuole e ospedali nei cinque continenti; diventano ancora oggi pane per le persone sole e le famiglie in difficoltà che frequentano le mense francescane d'Italia.
Alcuni anni più tardi, il “Fiore della Solidarietà” cambierà nome e diventerà “Il Cuore dello Zecchino d'Oro, un modo più forte e immediato per dire - citando la canzone “Goccia dopo goccia” - che “stare tutti insieme per aiutare chi non ce la fa” è l'essenza stessa dello Zecchino d’Oro: il suo cuore, appunto.
La crescita dello Zecchino d’Oro ha superato anche i passaggi di testimone, come quello che da Mariele porta il Piccolo Coro nelle mani della nuova direttrice, Sabrina Simoni. Nel 1995, pochi giorni dopo la conclusione della trentottesima edizione, lo Zecchino d'Oro e il Piccolo Coro diedero il loro ultimo saluto a Mariele Ventre. Da allora la direzione del Piccolo Coro è affidata a Sabrina Simoni. Lo Zecchino d'Oro è entrato nel nuovo millennio rinnovandosi e con un importante riconoscimento: nel 2008 l'UNESCO dichiara lo Zecchino d'Oro Patrimonio dell'Umanità per una Cultura di Pace.
È la prima trasmissione televisiva al mondo a ricevere questo riconoscimento. La motivazione sottolinea i valori dell'incontro tra bambini e culture musicali di tutto il mondo e della promozione, attraverso un repertorio ispirato a temi etici e sociali, di ideali propri della cultura della non violenza e della pace. La vera novità degli anni 2000 sono però le canzoni animate.
I brani diventano cortometraggi realizzati con diverse tecniche d'animazione, dunque all’ascolto si aggiunge una nuova possibilità che registra sempre più consenso anche grazie al successo di piattaforme web come YouTube che registrano milioni di visualizzazioni al mese. Grazie ad internet il successo delle canzoni dello Zecchino d’Oro ha abbattuto le distanze ed è arrivato davvero lontano. Tanto che dal 2015 il Piccolo Coro dell’Antoniano insieme alla direttrice Sabrina Simoni è invitato a Shanghai per una serie di concerti presso lo Shanghai Children’s Art Teather in programma tra Natale e Capodanno, tutti sold out.