Botticelli, Canaletto, Hayez, Lotto e Raffaello. Non in un museo, ma nelle sale d’attesa e nei corridoi di Humanitas Gavazzeni e Castelli, a Bergamo. E non quadri originali o copie dal vero, ma ingrandimenti a tutta parete.
Tante le firme dei grandi maestri della pittura i cui dipinti sono “usciti” da Accademia Carrara per adornare le pareti dei due ospedali: La cura e la bellezza conta infatti 25 opere d’arte scelte tra il vasto patrimonio della Pinacoteca bergamasca. A entrare in ospedale sono dettagli accuratamente selezionati dagli esperti di Carrara: scorci di cielo si aprono in angoli inaspettati, volti d’altri tempi accompagnano i pazienti all’ingresso e nelle sale d’attesa, storie narrate per immagini corrono sulle lunghe pareti dei corridoi proiettando le persone che li attraversano in un’altra dimensione.
400 i metri quadrati totali dei due ospedali bergamaschi interessati dal progetto. Grazie a un approfondito lavoro preparatorio con fotografi e grafici specializzati, i segni delle pennellate e le crepe delle tele vivono ora su superfici molto ampie, rivelando dettagli altrimenti invisibili all’occhio umano: infatti, per mezzo di fotografie ad altissima risoluzione, gli originali della misura di circa 1 metro sono state riprodotti in una dimensione 10 volte più grande, senza perdere in qualità. È stato scelto inoltre un particolare supporto con effetto tela capace di valorizzare ogni pennellata.
La scelta dei dipinti non è casuale, ma mira a ricostruire un ambiente dalla forte carica emotiva seguendo il filo conduttore della bellezza, declinata in molti modi coerenti con l’ospedale che li accoglie: dal gesto di affetto all’intensità di uno sguardo fino a paesaggi rasserenanti.
L’immagine simbolo è San Girolamo e il Leone, evocativa del gesto di cura e forte riferimento a Bergamo, con l’animale che troneggia anche sulle Mura venete di città alta, patrimonio UNESCO dal 2017. In quest’opera si leggono molti degli elementi che hanno guidato La Cura e la Bellezza: lo studio infaticabile e la ricerca che ispirano la vita di un uomo; il gesto umano, accogliente e incondizionato che cura il leone dando sollievo al dolore.
Ed è stupore ciò che si prova allo sportello prenotazioni trovandosi di fronte al gioco di sguardi e gesti ritratti da Lotto in Nozze mistiche di Santa Caterina d’Alessandria, o quando i personaggi delle Storie di Virginia di Botticelli prendono vita a grandezza naturale lungo il percorso che porta alla palestra di riabilitazione o ancora quando il dolce sguardo di San Sebastiano di Raffaello sorprende in una sala d’attesa. O quando il vapore delle Cascate del Serio (opera di Andrea Marenzi) rapisce lo sguardo verso l’alto, dove sgorga l’acqua, a 10 metri d’altezza sulla parete che sovrasta il bar dell’ospedale.
Oltre ai curatori, protagonista della selezione delle opere sono stati i medici, gli infermieri e lo staff di Humanitas, che attraverso un sondaggio hanno definito le tele presenti nelle zone a più alta socializzazione come mensa e bar. E a spiegare il significato delle opere, a illustrarne gli aspetti meno intuibili, saranno proprio loro, che hanno scelto di mettersi in gioco per la riuscita di un progetto di tale portata e stanno seguendo momenti di formazione con i curatori della Carrara per diventare i punti di riferimento di pazienti e ospiti.
La filosofia del progetto
Ogni persona che entra in ospedale, per curarsi o per curare, riempie questo luogo di aspettative, competenze, idee, storie. Da qui l’idea di far emergere le tante facce della vita in questo luogo attraverso l’emozione suscitata dall’arte. È questo l’ambizioso intento de La Cura e la Bellezza, prima iniziativa del più ampio progetto La Carrara in Humanitas voluto dalle due importanti istituzioni cittadine.
«Innovazione, ricerca, formazione, efficienza: tutto questo è ospedale – spiega Giuseppe Fraizzoli, Amministratore Delegato di Humanitas Gavazzeni e Castelli -. Ma l’esperienza di cura è innanzitutto un incontro, una relazione. E cosa meglio dell’emozione avvicina le persone? Qui si gioca il ruolo della bellezza, un valore fondante della cultura italiana a cui tutti siamo sensibili»
«Il rapporto dell’Accademia Carrara con Humanitas Gavazzeni nasce dalla volontà di condividere un’esperienza di partecipazione che si nutra di valori positivi – continua M. Cristina Rodeschini, direttore di Accademia Carrara -. Contribuire al miglioramento della vita dell’uomo, sia dal punto di vista fisico sia intellettuale, coinvolge la sfera dell’etica. Arte, scienza e tecnica si alleano per mettere in valore gli esiti di processi complessi, ma vitalissimi, orientati a prospettive cariche di futuro a vantaggio dell’umanità».
Per chi volesse condividere l’esperienza l'iniziativa sulle reti sociali, è possibile diffonderla utilizzando due hashtag: #lacuraelabellezza e #lacarrarainhumanitas