A Damiano Tommasi nell’aprile del 2001 Famiglia Cristiana dedicò la copertina con un titolo premonitore: “Ma il calcio non è tutto”. Nella vita di Tommasi il calcio è stato certamente tanto. Nell’anno di quella intervista e copertina Damiano Tommasi vinse con la Roma lo Scudetto e la Supercoppa italiana, inoltre ha indossato 25 volte la maglia della Nazionale (segnando 1 gol) e, dopo il ritiro, ha guidato dal 2011 al 2020 l’Associazione Italiana Calciatori.
Ma fuori dal calcio Tommasi ha fatto molte altre cose. Tommasi è stato obiettore di coscienza al servizio militare (primo calciatore professionista a compiere tale scelta), educatore (nel 2001 ha fondato a Pescantina insieme alla moglie Chiara ad altri due amici prima un nido, poi un centro infanzia, una primaria e una scuola secondaria intitolata a Don Lorenzo Milani). Tommasi, 48 anni, padre di sei figli, continua a dedicarsi alla scuola anche adesso che è sindaco di Verona, eletto al ballottaggio nel giugno del 2002 con il 53 per cento dei voti.
In queste sue scelte di vita Damiano Tommasi ha tratto ispirazione dalla figura di Don Lorenzo Milani, il prete fiorentino morto nel 1967 di cui quest’anno ricorre il centenario della nascita. Tommasi ci parla del suo legame con Don Milani in occasione della presentazione alla Libreria San Paolo di via della Conciliazione, a Roma, del libro “Don Milani. Vita di un profeta disobbediente”, scritto da Mario Lancisi e pubblicato da Terra Santa Edizioni.
«Mi ero imbattuto in don Milani per una bocciatura. Da figlio di mezzadri mi ero ritrovato a frequentare il liceo classico e l'impatto fu duro. Finché sei povero tra i poveri non provi infatti il senso odioso della discriminazione di classe, ma quando i tuoi compagni di banco sono figli di avvocati, notai, medici, allora provi sulla tua pelle il classismo, l'emarginazione. Fui così respinto. Qualcuno mi suggerì di leggere Lettera a una professoressa...»