«Lo Yemen da quasi due anni è sconvolto da una guerra che nell’indifferenza generale sembra non avere più rispetto per niente e per nessuno. Ho potuto constatare direttamente come la maggior parte delle strutture sanitarie siano state danneggiate o addirittura distrutte con una crudele sistematicità», dice il dottor Roberto Scaini di Medici senza frontiere.
«La città di Taiz», continua, «è oggi sotto assedio e per la popolazione civile è quasi impossibile trovare un posto sicuro dove ricevere delle cure mediche appropriate. L’ospedale di Haydan che forniva cure gratuite a una popolazione di circa 200.000 abitanti – ospedale supportato da Msf – è stato bombardato in una notte dell’ottobre del 2015.
Quello che ho potuto vedere proprio ad Haydan poche settimane fa sono madri con in braccio i loro bambini malati, spesso malnutriti, aspettare le cure mediche di chi a oggi fa quello che può fra le macerie di un ospedale che è stato bombardato.
In questa guerra che non ha più regole non possiamo accettare che la dignità dell’uomo venga calpestata in questo modo.
Riparto insieme ad alcuni colleghi fra poche ore per lo Yemen. E mi recherò proprio ad Haydan per riaprire l’ospedale che è stato bombardato, perché per noi il messaggio è chiaro: la popolazione è in una gravissima sofferenza e dobbiamo fare qualcosa subito».
Medici senza frontiere lavora in 11 ospedali e centri sanitari in Yemen e supporta altri 18 ospedali o centri sanitari in nove governatorati (Taiz, Aden, Al-Dhale’, Saada, Amran, Hajjah, Ibb, Hodaida e Sanaa), con circa 1.600 operatori, tra cui 82 internazionali. Lo Yemen è una delle missioni più importanti di Msf in termini di operatori umanitari coinvolti.